WineFestival da record,  gli alberghi sono esauriti 

Venerdì i vini bio, da sabato la classica manifestazione di alta enogastronomia  Köcher: «Attese diecimila persone». Giro d’affari stimato in 8 milioni di euro


di Simone Facchini


MERANO. Non si smentisce il WineFestival, che per emergere nel cosmo di manifestazioni enogastronomiche - che ormai sono più delle bollicine di una magnum di spumante - vuole guardare già avanti e parla del vino del futuro. Lo farà nel convegno “Natrae et Purae” al Trauttmansdorff che domani funge da preludio alla ventiseiesima edizione dell’evento. Dopo il futuro, il presente: cinque giorni di degustazioni da venerdì a martedì. E c’è anche il passato: sotto forma di un intervento in cui la Soprintendenza Beni Culturali Agrigento presenterà a Merano i risultati di una scoperta secondo cui in Italia si era viticoltori dall’Età del Rame. Seimila anni fa, contro i 3.500 delle stime attuali. «E il WineFestival vuole essere protagonista della storia del vino» ha sancito Helmuth Köcher, patron della manifestazione. Con una espressione ardita, forse, ma che misura le ambizioni e l’orgoglio per la sua creatura che di risultati ne ha già incamerati parecchi. Diretti e indiretti, come risalta dalla scrematura di informazioni, annunci e curiosità snocciolate ieri nel corso della conferenza stampa-fiume all’Hotel Terme. La passerella di partner che, di volta in volta, hanno affiancato Köcher nell’illustrare le diverse iniziative danno la stura di quanto l’evento sia tentacolare e multilivello. Di quanto riesca a coinvolgere le realtà del territorio pur mantenendo la sua vocazione internazionale. Si rivolge alla soddisfazione del gusto, con la selezione dei grandi vini italiani e internazionali. Sa farsi show, con le esibizioni dei cuochi. Sa essere vetrina marketing. Sa fare cultura.

E non ultimo sa fare numeri, e i numeri sprizzano business. «Diecimila le persone attese, in linea con le cifre dell’anno scorso» sentenzia Köcher. «Il sabato è prossimo al tutto esaurito, per ragioni di capienza non possiamo sforare i tremila ingressi tenuto conto che, tra il Kurhaus e nelle tensostrutture, già si muovono in duemila fra produttori e tutto il palinsesto di servizio». Gli alberghi di Merano e dintorni ringraziano per l’effetto che riempie le camere in un periodo che fino ad alcuni anni fa languiva. Ringraziano pure i ristoranti di tutto il territorio che fanno affari d’oro. Si stima che la manifestazione generi un indotto di circa 8 milioni di euro. È una clientela facoltosa, quella che orbita attorno al WineFestival dove l’accesso per una singola giornata costa – a seconda del giorno e della formula – fra gli 85 e i 130 euro. Meno della metà per bio&dynamica con i suoi vini “naturali” il venerdì e Catwalk Champagne, riservata alle più famose bollicine del mondo, il martedì.

Dopo l’ouverture coi vini bio di dopodomani, da sabato a lunedì al Kurhaus si potrà scegliere fra 800 etichette italiane e 250 straniere – con focus sull’Istria e sui vini prodotti su terreni vulcanici. Birre, distillati e prelibatezze gastronomiche onoreranno la tensostruttura sulla Promenade. Un’altra tenda invece occuperà piazza della Rena: sarà il regno dello showcooking.













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