Scuola

Voti dal 4 al 10, i dirigenti: «Quella legge va applicata»

Stop in pagella fino al 3. I presidi fanno chiarezza sulla confusione fra norma e autonomia scolastica

IL CAOS. Il sovrintendente: «Decidono gli istituti»



BOLZANO. L'anno scolastico è iniziato da più di un mese, e ormai è chiaro che in tutte le scuole superiori dell'Alto Adige la scala dei voti andrà dal 4 al 10. A stabilirlo è la legge provinciale del 29 giugno, voluta dall'assessore alla Scuola tedesca Philipp Achammer, che ha acceso molte proteste all'interno degli istituti. Una dichiarazione dell'assessore alla Scuola italiana Giuliano Vettorato aveva fatto intendere una possibile via di fuga: «Non capisco le preoccupazioni di alcuni dirigenti - aveva spiegato l'assessore - in quanto nel comma 2 bis dell'articolo 20 della legge provinciale numero 5 del 16 luglio 2008, ho fatto inserire "ferma restando l'autonomia scolastica, la valutazione delle alunne e degli alunni avviene sulla base di una scala di voti da quattro a dieci". Questo proprio perché ogni istituto può decidere di seguire o meno il nuovo criterio».

Tuttavia, da quanto emerge dai singoli dirigenti, la legge dovrà essere applicata, e l'autonomia scolastica si ferma nel decidere come. «Ogni collegio docenti ha deliberato una tabella di valutazione», riferisce il dirigente dell'istituto Cesare Battisti Marco Fontana. «Qui è stato deciso in che modo accompagnare il voto, che segue comunque la scala dal 4 al 10. Ad esempio, se una prova dovesse risultare particolarmente negativa, la motivazione verrà comunicata in una nota sul registro». Già da alcuni anni quando si parla di registro si intende quello elettronico, grazie al quale un'insufficienza viene mostrata in tempo reale alle famiglie, in una situazione di trasparenza totale. «Con questo sistema la comunicazione dietro il voto è diventata molto più importante», sottolinea Fontana. Quest'anno lo sarà ancora di più, soprattutto per evitare fraintendimenti tra compagni che si troveranno lo stesso voto con motivazioni differenti.

Le proteste

Dopo la lettera pubblica degli insegnanti del liceo scientifico Torricelli, i docenti anche di altri istituti stanno proseguendo la battaglia tra raccolte firme e riunioni sindacali.«Il clima al Battisti per ora è abbastanza disteso, ma alcuni professori sono scontenti», prosegue Fontana, «lamentano il fatto che sia stata presa una decisione senza consultare le forze operanti della scuola, e su questo sono d'accordo. Per il resto ogni scuola dovrà applicare la nuova delibera, con la scala dei voti decisa». Un pensiero condiviso anche dalla dirigente del liceo classico e linguistico Carducci Cristina Crepaldi: «È una delibera che va applicata. Le proteste, che sono nate da docenti non del mio istituto, riguardano prevalentemente il fatto che non ci sia stato un confronto diretto con il mondo della scuola».

Verso una scuola senza voti

La tematica è molto discussa anche all'istituto di via Cadorna Galileo Galilei. «Il clima a scuola in questi giorni devo dire che non è idilliaco», commenta Raffaele Fiorini, insegnante e collaboratore del dirigente scolastico, «Ci sono delle lamentele da parte degli insegnanti, ma ormai c'è una delibera e bisogna prenderne atto. La decisione è arrivata a giugno e da molti è stata presa sotto gamba. Con l'inizio dell'anno scolastico si sono accese le proteste. Ai docenti sembra una decisione improvvisa calata dall'alto, questo è difficile da digerire. In più il cambiamento non è mai facile da affrontare. Credo che toccherà a noi insegnanti tirare fuori il meglio da questa situazione, sfruttando i descrittori del voto per migliorare ancora di più la comunicazione con gli studenti e le famiglie».Potrebbe essere il primo passo verso una scuola senza voti? «È difficile dirlo ora. A fine anno si saprà sicuramente di più, anche vedendo come affronteranno i ragazzi le prove di maturità con scale di valutazione differenti», risponde Fiorini, «Certo è che quest'anno in particolare la valutazione finale non sarà composta solo da numeri. Bisognerà prestare molta più attenzione alle motivazioni accanto ai voti e al percorso compiuto dal singolo alunno, al di là del numero con cui si presenta in sede di scrutinio. Io sono contro le valutazioni numeriche in generale, il giudizio è fatto di tanti aspetti. Per il resto la scuola sta cambiando tantissimo e molto in fretta. Questa ne è una dimostrazione». M.A.













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