IN AUSTRIA

Anche la Wiener Schnitzel finisce sotto accusa



Chi non conosce l’iconica Wiener Schnitzel, la cotoletta impanata storicamente collegata alla cotoletta alla milanese, assurta a simbolo della cucina austriaca insieme alla torta Sacher? Proprio in Austria la scorsa settimana la famosa cotoletta è finita sul banco degli imputati. A metterla sotto accusa, insieme a tutte le altre preparazioni alimentari a base di carne, è stata l’ONG Four Paws, l’organizzazione globale per il benessere degli animali con sede a Vienna, che ha denunciato l’eccessivo consumo di carne degli austriaci.

Secondo Four Paws (che nei Paesi di lingua tedesca è attiva come Vier Pfoten), il consumo di carne nel Paese oltre il Brennero è quasi il doppio della media mondiale. Il dato arriva con la ricerca che l’organizzazione ha realizzato e pubblicato per la cosiddetta “Giornata dell’esaurimento della carne”, il giorno in cui in tutto il mondo si raggiunge il consumo massimo di carne raccomandato all’anno: entro ieri,domenica 7 aprile, la popolazione austriaca ha già mangiato la quantità di carne raccomandata per il 2024.

Il calcolo della ONG si basa sulla “Planetary Health Diet”, un piano alimentare sviluppato scientificamente dalla Commissione EAT-Lancet, che tiene conto degli effetti dell'alimentazione sul clima e sulla salute umana. L’Austria surclassa i Paesi europei più vicini (l’Italia non è classificata) per quanto riguarda il consumo individuale di carne. Per la Germania, infatti, la scadenza della “Giornata dell’esaurimento della carne” è il 21 aprile, mentre per la Svizzera si va al 6 maggio. Secondo Veronika Weissenböck, responsabile della campagna di Four Paws, in Austria si mangia “quasi quattro volte la quantità di carne raccomandata, un dato allarmante”. Con 58,6 chilogrammi di cotolette, braciole, bolliti, salsicce e affini pro capite all’anno, il consumo di carne in Austria è quasi il doppio del consumo medio globale (33 chilogrammi).Secondo la ONG, ogni persona nel Paese alpino ne mangia 1,13 chili a settimana, il che equivale a più di sette Wiener Schnitzel alla settimana, mentre la quantità raccomandata di 301 grammi di carne a settimana corrisponde a non più di due cotolette impanate.

Weissenböck non si ferma a questi dati: «La realtà - dice - è che la carne a basso costo proveniente dagli allevamenti intensivi costa cara all’Austria», i costi conseguenti all’inquinamento ambientale, all’inquinamento climatico, all’uso di antibiotici, ma anche l’aumento dei costi del sistema sanitario a causa di una dieta troppo ricca di carne, da tempo ricadono sulle spalle dei contribuenti austriaci. Il consumo di carne deve essere ridotto il più rapidamente possibile». Per la ONG che si occupa del benessere animale (e che nel 2022 ha analizzato i menu di 13 tra i più famosi ristoranti di Vienna per verificare la trasparenza delle informazioni sulla provenienza degli ingredienti di origine animale), se in Austria venissero mangiati 2/3 di carne in meno ogni anno si potrebbe risparmiare il 28% dei gas serra nel settore alimentare. Four Paws invita quindi il mondo della politica a riflettere sul problema e a proporre al più presto misure facilmente praticabili per ridurre il consumo di carne, ad esempio mettere la parola fine alle campagne di sconti sulla carne, oltre che imporre etichettature trasparenti sui prodotti per quanto riguarda il modo in cui vengono allevati gli animali. Una richiesta utopica? Forse sì. Di certo questo tema non è tra le priorità del panorama politico austriaco.

Per rendersene conto basta ricordare la sconcertante vicenda “tutti da McDonald’s” dello scorso anno, quando il cancelliere Karl Nehammer finì sulla graticola dei media per aver liquidato le denunce della sinistra secondo cui i bambini austriaci soffrono la fame affermando che tutti possono permettersi carne a basso costo, ovvero un hamburger di McDonald’s da 1,70 euro, “non è sano, ma è economico”.

 













Altre notizie

Attualità