vallo alpino

I bunker di Mussolini, una città nascosta 

Degli 800 bunker previsti in Alto Adige solo poco più di 300 sono stati completati. Il progetto presentato dal Forte di Fortezza ripercorre la storia con interviste e testimonianze



BOLZANO. Il cosiddetto Vallo Alpino è un sistema di difesa militare di epoca fascista con migliaia di bunker lungo il confine alpino italiano dal Mar Ligure all'Adriatico. La storia delle numerose strutture in Alto Adige, come e da chi sono state costruite e a cosa sono servite in ultima analisi, è stata presentata dal Museo provinciale Forte di Fortezza nel primo progetto di ricerca su questo tema in Italia, ora concluso.

“Linea non mi fido”. Così venne chiamato ironicamente l'apparato difensivo voluto da Mussolini diffidando del suo alleato Hitler. Degli 800 bunker previsti in Alto Adige poco più di 300 sono stati completati, mentre altri 150 sono rimasti dei cantieri. Chi erano le persone che li hanno costruiti, come venivano pagate, dove venivano ospitate e che impatto aveva la loro presenza sulla popolazione locale? Quale ruolo strategico svolgevano i bunker? Come erano equipaggiati, come venivano mantenuti? E cosa sarebbe successo in caso di emergenza? Aveva ragione il Capo di Stato Maggiore Ambrosio quando il 9 settembre 1942, poco prima dell'interruzione dei lavori, scriveva che "nelle condizioni attuali la sicurezza del confine non è in alcun modo garantita"? Davvero il monumentale Vallo Alpino nella sua forma originaria non avrebbe potuto svolgere, nemmeno per un solo giorno, il suo compito?

Questa è la storia raccontata dal progetto di ricerca recentemente concluso "Il Vallo Alpino – le fortificazioni alpine italiane della Seconda Guerra Mondiale", guidato dalla dipendente del forte, Esther Erlacher. Nell’ambito del progetto, durante gli ultimi quattro anni, l'architetto Heimo Prünster ha registrato e analizzato l'intero parco bunker dell'Alto Adige, ha identificato quelli progettati e quelli effettivamente costruiti e ha sviluppato una visualizzazione dei dati in una mappa online liberamente accessibile. Inoltre, ha analizzato il finanziamento e il funzionamento del sistema di difesa in Alto Adige, nonché l'approccio alle costruzioni da parte delle diverse generazioni della popolazione. Inoltre, al Forte di Fortezza, sono state organizzate la mostra permanente "Bunkerizzato" e una conferenza internazionale sul patrimonio fascista nelle Alpi, il suo valore e il suo utilizzo futuro.

I risultati del progetto finanziato dal Fondo di Ricerca dei Musei Provinciali dell'Alto Adige e del Forte di Fortezza (con ricerche d'archivio, interviste a testimoni, ecc.) vengono presentati sul sito web www.valloalpino.info. Su questo si può fin da ora navigare nel paesaggio di bunker tridimensionale, ingrandire o cliccare sui simboli dei bunker segnati in rosso per vederne i dettagli, utilizzare la linea temporale nella parte inferiore dello schermo per seguire la storia della costruzione o visualizzare le immagini satellitari per orientarsi meglio nell'area. Un Quicktour permette inoltre di visitare le strutture dei bunker da nord a sud dell’Alto Adige. Consultabile, inoltre, la pubblicazione che accompagna la conferenza internazionale sulla parte altoatesina del Vallo Alpino, svoltasi nel forte nell'autunno del 2021. In occasione della riapertura del Forte in primavera, a fine febbraio, si terrà infine una presentazione pubblica del progetto con la Soprintendente provinciale ai beni culturali Karin Dalla Torre.

 













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