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Il caso letterario: il "noir" del bolzanino Luca D'Andrea da oggi in libreria, i diritti venduti già in 31 paesi

 “La sostanza del male” è l'opera prima dell'autore, pubblicata da Einaudi


di Daniela Mimmi


Bolzano. Il suo romanzo, “La sostanza del male”, è uscito oggi, venerdì 24 giugno. in libreria, ma già è un caso letterario e Luca D'Andrea, trentasettenne bolzanino, è il personaggio dell’ anno.

In Italia esce nella collana “Stile libero” di Einaudi, ma D’ Andrea ha già venduto i diritti del suo romanzo in Inghilterra (MacLehose Press), Francia (Denoël), Spagna (Alfaguara), Olanda (Xander), Lituania (Alma Littera), Brasile (Intrinseca), Taiwan (Emily Publishing), Portogallo (Penguin Random House), Norvegia (Cappelen Damm).

Ed è in trattative in Germania, dove è in corso un’ asta tra nove editori, Danimarca, Finlandia e Israele. Inoltre sono state presentate offerte da Polonia, Ungheria, Romania, Turchia e Grecia. Il tutto nel giro di poco più di una settimana e grazie al fiuto di Piergiorgio Nicolazzini, l’ agente letterario che ha deciso di proporlo all’ estero ancora in fase di bozze.

«L’ ha indirizzato prima di tutto ai migliori scout e a pochi editori selezionati. Gliel’ ha presentato addirittura solo in italiano» ci dice Luca D’ Andrea. La risposta è stata pressochè istantanea e i diritti del romanzo sono stati negoziati in poco più di una settimana, con una rapidità insolita per un libro italiano, in oltre venti paesi. Ma non basta. Si parla già di produttori cinematografici interessati al soggetto, da questa e dall’ altra parte dell’ oceano. Il romanzo di D’ Andrea, in termini di impatto sui lettori e di potenziale commerciale, è stato paragonato a Joel Dicker e Stieg Larsson, che insieme a Giorgio Faletti, sono i suoi autori preferiti. Dopo la firma del contratto, Christopher MacLehose, editore della MacLehose Press, che fra i suoi autori annovera appunto Joël Dicker e Stieg Larsson, ha commentato: «Il thriller d’ esordio di questo giovane scrittore ha travolto il mondo con la forza di una valanga scesa dalle vette del Sudtirolo. Gli editor passano la vita a caccia di narratori, e quando ne scovano uno di talento è giusto che lo celebrino: il romanzo di Luca D’ Andrea è grandioso come le sue montagne».

Lo stesso entusiasmo, nelle parole di Maria Fasce, scrittrice e direttrice editoriale dell’ Alfaguara di Madrid, che ha acquistato il romanzo, la cui prima tiratura annunciata è di 25.000 copie: «Ho cominciato a leggere “La sostanza del male” il venerdì, in aereo, e l’ ho finito sabato sera. L’ eccitazione che ho provato per l'intera lettura - afferma Fasce - si è trasformata in stupore e ammirazione. Sono libri come questo a ricordarci quanto possa essere straordinario il nostro lavoro quando, una volta ogni cinque o sei anni, ma val la pena di attendere, ci offre la possibilità di scoprire autentici talenti».

Mentre Béatrice Duval, della francese Denoël, ha detto: «È un thriller strepitoso: inquietante, mozzafiato, potente. Non vedo l’ ora di pubblicarlo». “La sostanza del male” si candida ad essere il libro della prossima Fiera di Londra. A Bolzano, D’ Andrea fa l’ insegnante precario di scuola media. «Sono precario come insegnante e come scrittore, fino a questo momento» scherza lui. Chiediamo a D’ Andrea se sa spiegarsi le ragioni di tanto entusiasmo intorno al suo primo romanzo. «Credo che la forza stia soprattutto nei personaggi, almeno secondo i commenti degli scout. Umanizzare i personaggi, renderli dinamici, vivi, è la cosa più difficile. E poi piace il genere, il thriller, che è un genere popolare. E infine l’ idea: tutta la trama gira intorno a due personaggi, Salinger e Clara, e a un triplice efferato omicidio. Quanto a me, non sono uno che dice “buona la prima”. Dietro c'è molto lavoro. Ho scritto per tutta l’ estate scorsa, quando avevo finito la scuola e aspettavo la nomina per l’ anno dopo».

Come mai ha scelto il genere thriller per il suo romanzo d’ esordio?

«Non l'ho scelto, mi è venuto spontaneo. È una evoluzione naturale della mia scrittura. Diciamo che adesso ho trovato la mia voce. È un genere rigido, ma che dà molta libertà. Ed è un genere che mi piace, anche come lettore».

E come mai l’ ha ambientato proprio in Alto Adige?

«L’ Alto Adige l'ho scelto perchè è un posto che si presta, ma è anche difficile descriverlo in modo obiettivo per noi, con gli occhi dello straniero. Il mio Alto Adige è diverso: tutti nel Rosengarten vedono le rocce che si tingono di rosa, io descrivo il Bletterbach, il Rio delle Foglie di Aldino, la gigantesca gola nei cui fossili si può leggere la terribile storia del mondo. È un posto splendido, un museo a cielo aperto dentro alle Dolomiti».

C’ è qualcosa di autobiografico?

«No, però mi sono reso conto che io e Salinger abbiamo dei tratti in comune. Anch’ io sono ossessivo. Ad esempio quando scrivo: dalle 8 di mattina alle 8 di sera».

Come si sente a essere così al centro dell’ interesse di tanti editori?

«è tutto successo così in fretta. Sono molto soddisfatto e contento anche perchè ho conosciuto persone meravigliose, come il mio editor Luca Briasco che mi sta portando in giro a fare presentazioni. Ma il piacere più grande è stato scrivere questo libro».

Che aspettative ha adesso?

«A me piace sia insegnare che scrivere. L’ insegnamento, a ragazzini delle medie, mi ha insegnato ad attirare l’ attenzione, a essere chiaro, sintetico. Tutte cose che poi mi sono servite nella scrittura. Prima o poi dovrò prendere una decisione, perchè oggi la scuola è un lavoro impegnativo e full time, e non si riescono a fare bene tutte e due le cose. E a me le cose piace farle bene...»

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