L’attualità del realismo che interpreta il vissuto 

La mostra. Al Museo Civico di Brunico l’esposizione che eleva “l’arte moderna dimenticata” Nei dipinti trovano spazio colori brillanti, messaggi diretti, debolezze e difficoltà della società


Marco Pellizzari


Brunico. “L’arte moderna dimenticata – tendenze dell’arte realistica dopo il 1945” è il titolo della mostra che l’Associazione Pro Museo di Brunico propone fino al 18 ottobre prossimo nelle sale del Museo Civico in Via Brunder Willram. Curata da Stefanie Maier, dell’omonima galleria d’arte di Innbruck, l’esposizione presenta una vasta panoramica di pittori, incisori e scultori per lo più austriaci, che nel secondo dopoguerra non seguirono la tendenza, piuttosto diffusa soprattutto a partire dalla metà degli anni Cinquanta, alla conversione all’arte astratta.

La curatrice

“Il concetto di realismo - scrive tra l’altro la Maier nel catalogo della mostra brunicense - potrebbe essere inteso in modo fuorviante come pura riproduzione naturalistica di ciò che si vede, ma non di questo si tratta. È invece piuttosto l’interpretazione e la rappresentazione soggettiva del vissuto: non la riproduzione dunque, ma la mediazione dei contenuti”.

La disputa

Fra gli esponenti dell’arte realistica e quelli dell’astrazione si era arrivati a dispute accese ed i primi venivano considerati fuori moda. Fritz Martinz, fra i principali esponenti del realismo austriaco dopo il 1945, ebbe a scrivere: “Siamo la generazione che è stata corretta dalla guerra. Io non posso fare a meno di dipingere in modo realistico. (. . .) Le persone che un tempo idolatravano la Haus der Deutschen Kunst (il palazzo espositivo dell’arte tedesca non “degenerata” voluto da Hitler e inaugurato a Monaco nel 1937) sono oggi le più radicali ammiratrici dell'arte astratta - perché si adattano a ciò che si sta propagando in questo momento e non vivono affatto un'esperienza propria. Chi mi dice che quello che dipingo non può più essere dipinto? Sì, gli altri, che dicono: Ora mollo tutto e divento moderno”.

La rinascita

Nelle critiche d’arte e nelle mostre del secondo dopoguerra l’arte figurativa venne dunque messa all’angolo e cadde sempre più nell’oblio. Solo decenni più tardi l’arte figurativa ha avuto un rinascimento con artisti quali Markus Lüpertz, Georg Baselitz, Hubert Schmalix o Siegfried Anzinger. Il seme dell’arte realistica era stato però piantato da artisti come Giuseppe Zigaina o Renato Guttuso in Italia, così come dall’Accademia viennese intorno a Herbert Boeckl con la sua leggendaria scuola serale di nudo, considerata il fondamento dell’arte figurativa dopo il 1945.

A Brunico

Nelle opere esposte al museo brunicense Kurt Absolon, Gerhild Diesner o Max Weiler traducono con colori brillanti ciò che vedono. E se Gerhild Diesner e lo stesso Weiler nei loro lavori non prendono mai di mira l’attualità, Kurt Absolon raffigura nei suoi inconfondibili disegni gli orrori dell’umanità, ritraendo in modo assai espressivo con pochi tratti ben definiti le debolezze e le difficoltà del suo tempo.

Anche Anton Kolig, Alfred Hrdlicka e Fritz Martinz corredano le loro opere di messaggi diretti, critici e senza abbellimenti. Essi si pongono come obiettivo una riproduzione non mediata della realtà, in parte in tutta la sua brutalità. Intento della mostra brunicense è quello di dimostrare che l’arte realistica - allora come oggi - ha pari dignità e ragion d'essere accanto ad altre correnti o movimenti che caratterizzano anche il periodo attuale.

Informazioni

Gli orari d’apertura sono dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. A partire dal 1° settembre e fino al 18 ottobre saranno poi ridotti dal martedì al venerdì dalle 15 alle 18, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12.













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