Politica e economia, la minaccia fake-news 

Domani alla Lub a parlarne saranno l’ex-direttore del “Corriere”, Ferruccio de Bortoli, e l’economista Riccardo Puglisi


di Fausta Slanzi


BOLZANO. Ferruccio de Bortoli, due volte direttore del Corriere della Sera - a cavallo tra la fine del Novecento e l’inizio del Duemila e sul finire del primo decennio del Duemila al 2015, con un intermezzo di direzione del giornale economico italiano per antonomasia, il Sole 24 Ore - è fra i direttori con la D maiuscola che la storia del giornalismo italiano ricorderà per la loro capacità di visione del nostro tempo. Domani 8 giugno alle 17.30, sarà alla libera Università degli Studi di Bolzano in conversazione con l’economista Riccardo Puglisi sul tema - più che attuale - “Politica ed economia al tempo delle fake news”. Che cos’è il giornalismo serio e capace di contribuire a formare l’opinione pubblica se non il racconto dei fatti politici, economici, sociali e culturali che poi formano la storia dei paesi e delle popolazioni? Ferruccio de Bortoli ha avuto «l'onore e il privilegio di essere il direttore di tanti straordinari personaggi: da Montanelli a Biagi, da Oriana Fallaci a Tiziano Terzani». Con Oriana Fallaci ha dichiarato de Bortoli «il rapporto più intenso, più difficile, più conflittuale. Scrisse per Il Corriere della Sera “La rabbia e l’orgoglio”, che poi era una lettera indirizzata a me». Ma guarda a caso fu proprio lui il Direttore de Bortoli a volare a New York due o tre giorni dopo il disastroso 11 settembre del 2001 per “ritrovare” quella giornalista tanto acuta, ideatrice di un modello di intervista esportato in tutto il mondo. Il risultato di quel viaggio fu il lunghissimo articolo pubblicato dal “Corriere della Sera” il 29 settembre 2001, divenuto poi, con il discutissimo libro “La rabbia e l’orgoglio”. Uno scritto polemico contro le dittature, il terrorismo, l’ estremismo e il fanatismo religioso nati dall’ Islam, ma anche contro la mediocrità dei governanti che, nascondendosi dietro il “politicamente corretto”, tollerano e “in certi casi favoriscono il propagarsi della cultura islamica nell’ Occidente”. Quel Direttore, attualmente, ha anche più spazio e ore a disposizione per dedicarsi alla “lettura” del nostro tempo (sbandato) e fare luce sulle pecche del giornalismo politico ed economico di questa nostra Italia o della nostra casa comune, l’Europa. E’ lui a dire che «il giornalismo italiano non è incline all’autocritica» e che «il suo compito, in una democrazia evoluta, è quello di scoprire e commentare le criticità del sistema facendo in modo che una classe dirigente consapevole decida per tempo ciò che è necessario per tutti». Sarà molto interessante ascoltare la sua conversazione con Riccardo Puglisi, moderata dal vicedirettore di “Alto Adige” e “Trentino” Paolo Mantovan, a proposito del nuovo contesto politico italiano, del nuovo governo e della capacità o meno di connettere promesse fatte agli elettori con condizione economica e finanziaria del Paese Italia. Il maestro di giornalismo de Bortoli non si fa intimidire dal potere «concentrato nei social network e nelle principali banche d’affari che sembrano svincolati da qualsiasi controllo».

È sicuro che le fake news si combattono «applicando le regole di base del buon giornalismo, correttezza, accuratezza, prudenza. La tempestività con cui si pubblica non deve prevalere sull’attendibilità». Ribadisce, ancora, una volta che la fretta è “cattiva consigliera” e che “se si sbaglia si deve chiedere scusa”. Lui, direttore del Sole 24 Ore dal 2005 al 2009, sostiene che «i mezzi di informazione possono influenzare le dinamiche di investimento specie in un Paese come il nostro che ha una scarsa cultura finanziaria. Molti fanno il proprio mestiere con competenza e serietà, ma deve essere chiara l’inesistenza di conflitti d’interesse, certa la separazione con gli investitori pubblicitari e mai dimenticare la tutela costituzionale di cui gode il risparmio che non è un prodotto di consumo». Ferruccio de Bortoli è dell’avviso che ora, nel tempo in cui il potere è concentrato nei social network, «gli Stati contano meno della grande finanza, il diritto fatica a inseguire la tecnologia, la democrazia del web insidia la democrazia rappresentativa». In questo contesto, “un buon giornalismo è il vaccino indispensabile in democrazie liberali declinanti”. Per altro a breve, il 17 giugno prossimo, il Direttore Ferruccio De Bortoli sarà al Trentino Book Festival di Caldonazzo per presentare il suo ultimo lavoro “Poteri forti (o quasi). Memorie di oltre quarant’anni di giornalismo”.













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