Una Medici a Bolzano, tra storia e finzione 

Freschi di stampa. Nell’ultimo libro di Alberto Pasquali torna a vivere la figura di Caterina Un personaggio chiave delle vicende bolzanine, alle prese con un toscano naturalizzato tirolese


Ettore Frangipane


Bolzano. La donna dal volto deciso ed imperioso che appare sul frontespizio dell’ultimo libro scritto da Alberto Pasquali, “Una Medici a Bolzano” (Ed.Curcu&Genovese), è proprio lei, Claudia de’ Medici (Firenze 1604 - Innsbruck 1648), ritratta da Justus Sustermans nel 1626, quadro che si trova ora a Firenze, negli appartamenti reali di palazzo Pitti. Claudia fu una donna cui Bolzano deve molto, anzitutto quel Magistrato Mercantile, che per alcuni secoli amministrò la giustizia nell’ambito delle sue fiere, che quattro volte all’anno attiravano nella nostra città mercanti di varie parti d’Europa, dal nord e sud delle Alpi. Ma anche il bel palazzo che ospita il Magistrato, sito tra via dei Portici e via degli Argentieri. Qui i mercanti godevano di una giustizia immediata, tempestiva: le controversie dovevano essere risolte entro i giorni stessi di ogni singola fiera, e venivano espresse in italiano e tedesco, indifferentemente. Si votava scegliendo palline con le scritte “sì” e “no”, in italiano, semplicemente. Nata e cresciuta a Firenze alla corte medicea, Claudia fu sposata all’arciduca di Urbino Federico Ubaldo della Rovere, cui diede una figlia. Restò vedova, finì in un monastero dal quale uscì per sposare Leopoldo V d’Austria, fratello dell’imperatore, cui diede altri cinque figli: le spettarono quindi i titoli di arciduchessa d’Austria e contessa del Tirolo. Si oppose al dilagare del protestantesimo (ricordiamo che il concilio di Trento fu celebrato tra il 1546 e il 1563, solo 41 anni prima della nascita di Claudia). Nel corso della guerra dei Trent’anni tra cattolici e protestanti Claudia fece costruire le fortezze di Castel Ehrenburg (a Reutte, noto come “Fort Claudia”), di Kufstein e di Scharnitz (la “porta Claudia” reca il suo nome). Oltre al commercio sviluppò l’arte e l’artigianato. Vedova anche di Leopoldo, morì ad Innsbruck il giorno di Natale del 1648, e noi qui ricordiamo anche che il Natale del 1859, duecento anni dopo, morì a Bolzano, in palazzo Campofranco, un’altra arciduchessa austriaca: Elisabetta di Savoia-Carignano, sorella di Carlo Alberto, re di Sardegna. Claudia de’ Medici ed Elisabetta di Savoia furono quindi due arciduchesse austriache, ma l’una toscana e l’altra piemontese d’origine, che hanno lasciato a Bolzano un ricordo incancellabile. In questa sinfonia storica d’ampio respiro, Alberto Pasquali spinge la sua fantasia fino ad immaginare una curiosa vicenda, che vede un altro toscano, naturalizzato tirolese, accostarsi all’arciduchessa Claudia. Si chiama Paul (perché non Paolo?) ed avvicina Claudia giovinetta come suo precettore, a Firenze. Paul-Paolo è il discendente di una famiglia di ricchi banchieri fiorentini, che attorno al 13esimo secolo si trasferirono a Bolzano ed ebbero casa nell’odierna via della Mostra, proprio dove oggi sorge palazzo Campofranco, costruito nel 1760. Erano i de’ Rossi, che rifulsero in particolare per la presenza di Boccione, dal quale la casata - nobilitata nel 1348 - assunse il nome di Botsch. I de’ Rossi-Botsch furono tra l’altro appaltatori della banca di Enrico di Tirolo a Merano, che è indicato per l’appunto come capostipite dei Botsch. Pasquali immagina dunque un discendente dei de’ Rossi-Botsch, che a Firenze avvicina ed ama la giovanissima Claudia. Col tempo i due si allontaneranno, ma si torneranno ad incontrare quando la nobildonna ad Innsbruck si accomiaterà per sempre da questo mondo, a 44 anni appena. Una breve (troppo breve?) vicenda incastonata entro una cornice più ampia, che forse avrebbe meritato un più ampio spazio. Ma Alberto Pasquali, lo abbiamo già visto nei suoi brevissimi scritti su Oswald von Wolkenstein, su Margherita Maultasch, sui Vintler a Castel Roncolo, non ama approfondire: preferisce sfiorare appena. Un mordi e fuggi tra i castelli del Tirolo, mentre già sappiamo che il suo prossimo volo lo porterà al turrito maniero di Campo Tures. Per tratteggiarci qual altra nuova storia?













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