BOLZANO

Aeroporto di Bolzano, guerra aperta sui costi per il rilancio

Michaeler (Abd): «Dalla Provincia solo 2,5 milioni di euro per cinque anni» I protezionisti del Dachverband: in realtà il piano è di 80 milioni di soldi pubblici


di Renato Brianti


BOLZANO. Il referendum sull’aeroporto avrà luogo il 12 giugno prossimo. È indubbio però che ci sia ancora molta confusione su prospettiva futura, su dati e cifre reali, e sulle conseguenze che i si e i no porteranno alla gestione di un’area che conta 55 ettari. Per questo ieri all’aeroporto, dal presidente della società Abd Otmar Michaeler, sono stati presentati dati e situazione prospettica sull’argomento.

«Dobbiamo smentire alcune voci e fare chiarezza sul contesto generale, è l’unico modo per far sì che gli altoatesini decidano obiettivamente - esordisce Michaeler - visto che il referendum definirà la prospettiva di sviluppo futura dell’aeroporto». In caso di vittoria del si, la Provincia prevede un finanziamento pubblico di 2,5 milioni di euro fino al 2021 e l’Aeroporto non potrà superare la categoria 2C che è quella consentita dalla lunghezza di questa pista e l’attività di volo non andrà oltre l’orario 6-23. Con il prevalere del sì la società di gestione avrà 5 anni di tempo per portare l’aeroporto al regime previsto di 170.000 passeggeri e solo se questa quota sarà raggiunta entro il 2021, continueranno i contributi ma ridotti a 1,5 milioni. In questo caso la struttura resta in mano alla Provincia che continuerà ad avere voce in capitolo. L’unico lavoro previsto è un allungamento della pista di 168 metri, 30 asfaltati e 138 per la sicurezza. Con il prevalere del no la Provincia sospenderà i pagamenti, la società Abd verrà ceduta o liquidata e si cercherà un nuovo soggetto privato in grado di gestire l’aeroporto mentre l’Ente per l’aviazione civile indirà un nuovo bando europeo, che potrebbe anche andare deserto.

«Voglio specificare che per raggiungere il monte richiesto dalla Provincia di 170.000 passeggeri l’anno - continua Michaeler - sono sufficienti 5 decolli e 5 atterraggi al giorno, e questo è quello che prevede il nostro piano fino al 2022, stiamo parlando di solo 2 voli al giorno in più rispetto al 2014». L’investimento che ogni altoatesino farà, in contributi provinciali, per un aeroporto perfettamente funzionante sarà di soli 5 euro l’anno fino al 2021 e di 3 euro successivamente, ma se consideriamo che l’indotto che questo porterà, circa 14,5 milioni di euro l’anno, verserà nelle casse un gettito fiscale di 2,2 milioni, già dal 2021 la bilancia per la Provincia sarà in attivo. «L’investimento, paragonato ai 160 milioni di euro l’anno che la Provincia spende per la mobilità interna è veramente marginale. Attraverso l’apertura dei nuovi hub la Provincia consentirà maggior competitività alle imprese altoatesine per non parlare dello sviluppo turistico di qualità e della creazione di posti di lavoro», ancora Michaeler. In caso vincessero i no? «Con il no la Provincia non avrà più voce in capitolo, potrebbero subentrare gli investitori privati che ragioneranno soltanto sulla base dei profitti, l’aeroporto perderà la sua connotazione sociale per diventare puro business. Se qualcuno ha pensato che facendo chiudere l’Abd quest’area possa diventare un parco giochi per famiglie forse ha fatto male i calcoli, l’aeroporto resterà in ogni caso, cambierà chi comanda e i suoi obiettivi», chiude il presidente dell’Abd.

Ma per i protezionisti del Dachverband non sono queste le verità sullo scalo di San Giacomo. A cominciare dai soldi pubblici. «In realtà il piano di Provincia e Abd prevede una spesa di 80 milioni, pagati da Palazzo Widmann e dalla società aeroportuale, quindi sempre soldi pubblici», dice il Dachverband. Che poi conclude: «Se vinceranno i no, non ci saranno privati che vorranno utilizzarla, perché non crea utili».













Altre notizie

Il caso

Chico Forti, si avvicina il rientro in Italia: ha lasciato il carcere di Miami: "Per me comincia la rinascita"

Da ieri il 65enne trentino, condannato all’ergastolo per omicidio, è trattenuto dall'Immigrazione Usa: nelle scorse ore firmato l’accordo per scontare la pena in Italia

LA PROCEDURA. La sentenza Usa sarà trasmessa alla Corte d'Appello di Trento
IL RIMPATRIO. Il ministro Nordio: «Chico Forti, lavoriamo per il suo ritorno in Italia il prima possibile»
L'ANNUNCIO Giorgia Meloni: "Chico Forti torna in Italia"

Attualità