Aperture domenicali, contro 2 dipendenti su 3

Questo risultato emerge da uno studio dell’Istituto promozione lavoratori Il 59% degli intervistati dice inoltre di non fare mai acquisti nei festivi


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Aperture domenicali sì, aperture domenicali no. Il tema è controverso e particolarmente dibattuto soprattutto in Alto Adige, dove esiste persino un’«Alleanza» contro i negozi aperti nei festivi a cui hanno aderito i sindacati ma anche la Diocesi. È evidente - e a provarlo sono soprattutto i dati sul fatturato (la domenica è diventata il secondo o terzo giorno per giro d’affari della settimana) - che ai consumatori considerati nel loro complesso piaccia (molto) l’idea di poter fare acquisti anche la domenica, come già avviene nel Veneto ad esempio, ma molti dipendenti del commercio si oppongono a questa impostazione.

E proprio in questa direzione va lo studio realizzato dall’Istituto promozione dei lavoratori, che prende in considerazione il punto di vista dei dipendenti, «che hanno il doppio ruolo di consumatori e di forza lavoro». A condurre l’inchiesta per l’Ipl è stata Irene Conte. Il tema, controverso e che si presta a diverse letture, è stato analizzato nell’ambito del quinto appuntamento del barometro dell’economia.

La premessa. Nel novembre 2011 il decreto “Salva Italia” ha disposto la completa liberalizzazione dell’orario e dei giorni di apertura degli esercizi commerciali al dettaglio. Da parte sua, la Provincia di Bolzano ha cercato di regolamentare le aperture dei negozi durante le domeniche e nei giorni festivi in base all’afflusso turistico dei singoli Comuni, ponendo alcune limitazioni. Questa legge, come noto, è stata impugnata e, successivamente, anche bocciata.

I risultati dell’indagine. Quasi due terzi (65%) dei lavoratori dipendenti altoatesini afferma di essere contro l’apertura dei negozi la domenica. Il 17% ha dichiarato di essere indifferente alla questione, mentre il rimanente 18% è favorevole. I lavoratori, alla domanda se effettuano o meno acquisti la domenica, hanno risposto in modo altrettanto netto: il 59% non ne fa mai, il 23% raramente, il 14% qualche volta e il 4% spesso. «A riguardo i lavoratori dipendenti altoatesini si dimostrano coerenti», spiega Irene Conte, che all’interno dell’Istituto cura il barometro dell’Ipl. «Chi è contrario all’apertura domenicale, tende a non effettuare acquisti la domenica».

I motivi. La maggior parte dei lavoratori altoatesini è consapevole che lavorare regolarmente la domenica «danneggerebbe la vita privata e i rapporti familiari». Il 65% dichiara che inciderebbe «molto o abbastanza negativamente» sulla loro vita. Il restante 35% non lo ritiene invece problematico.

I sindacati. «Le aperture domenicali hanno un senso per i servizi essenziali, e possono averlo nei comuni turistici, oppure in determinati periodi dell’anno. Ma lavorare la domenica deve essere un’eccezione e non la regola. La qualità della vita e i rapporti interpersonali non sono certo aspetti secondari», sottolinea Toni Serafini, presidente dell’Ipl ma anche segretario provinciale della Uil.

Il campione intervistato. Il barometro dell’Ipl è un’indagine rappresentativa condotta quattro volte l’anno (primavera, estate, autunno e inverno) e intende rappresentare «il clima di fiducia dei 200 mila lavoratori dipendenti altoatesini». I risultati completi della quinta edizione verranno presentati giovedì durante una conferenza stampa nella quale verrà fatta una panoramica dettagliata. Sarà possibile capire, ad esempio, se il clima di fiducia generale, su una possibile ripresa, migliorerà o meno.

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