Apprendisti, salari più alti per chi va meglio a scuola

L’intesa fra associazioni di categoria e sindacati è valida fino al 2018 e rinnovabile Corrarati (Cna): «Stimolo per i giovani e per le ditte che investono in formazione»


di Renato Brianti


BOLZANO. L’Alto Adige è stato di fatto l’apripista nazionale sulla formazione duale. L’integrazione scuola-lavoro, infatti, vede nella nostra provincia il 90% dei contratti di apprendistato. Formazione duale significa integrazione di sistemi, significa rendere attraente l’apprendistato sia per i giovani che vogliono intraprendere il percorso sia per le aziende.

L’Alto Adige è attualmente l’unica provincia italiana che applica questo modello con 3.400 contratti di apprendistato. Per sviluppare ulteriormente questo pilastro e per dare maggiore prospettiva ai ragazzi è stato stipulato un “Accordo provinciale per la disciplina dell’apprendistato nel settore dell’artigianato”, firmato da Apa-Lvh, Cna-Shv, Confartigianato, Cgil, Cisl, Uil e Asgb.

In questo “patto” sono state rivalutate le prestazioni scolastiche che andranno a incidere positivamente sulla retribuzione dell’apprendista. Da un lato, e ne sono consapevoli sia le aziende che i sindacati, i giovani saranno stimolati a migliorarsi per garantirsi anche migliori opportunità future, dall’altro sono stimolate le imprese che investono quotidianamente sulla formazione.

L’accordo prevede percorsi fino a 48 mesi finalizzati all’acquisizione del diploma professionale. La retribuzione per questo periodo prevede un percorso in aumento partendo dal 35% e raggiungendo il quarto anno il 70% della retribuzione di un operaio/impiegato qualificato. In caso di mancato raggiungimento degli obiettivi formativi scolastici, non scatterà l’aumento percentuale nell’anno successivo. Al contrario, si potranno ottenere aumenti fino al 10% della retribuzione se la media scolastica raggiunge il 7,5.

L’accordo terminerà il 31 dicembre 2018 ma potrà essere rinnovato. Per Claudio Corrarati, presidente di Cna-Shv, “abbiamo dato valore al percorso scolastico e non solo a quello lavorativo. Collaboratori preparati sono necessari alle aziende competitive e sempre più digitalizzate. Il fatto che il 90% dell’apprendistato nazionale si svolga in Alto Adige ci rende consapevoli che dobbiamo essere presi come esempio e che dobbiamo avere una libertà assoluta di movimento e competenza primaria per riuscire a compiere ulteriori passi avanti rispetto a chi magari vuole raggiungerci su modelli che forse sono un po' vecchi”.

Evidente il riferimento al resto dell'Italia, ma l’apprendistato è visto un po’ come scelta di ripiego? “Adesso con il diploma finale diventa una vera alternativa, potendo portare ad esempio un elettrotecnico a diventare anche ingegnere meccanico. Il segnale è duplice: da una parte dà importanza all’eccellenza scolastica e consentirà agli apprendisti, con un percorso aggiuntivo, di accedere anche all’università. Dall’altra stimolerà le imprese che investono nella formazione”.

“I confronti nella stesura sono stati anche duri - continua Toni Serafini, segretario generale Uil-Skg - ci sono voluti mesi per trovare questo accordo, che è una mediazione accettabile anche se non ottimale. Dal 1974 in Alto Adige abbiamo scelto questa strada ma i dati a livello nazionale fanno ridere, sono indietro di decenni. Per questo è fondamentale mantenere la competenza primaria sull’apprendistato”. Concordi su questo anche gli altri intervenuti, Martin Haller (Lvh-Apa), Tila Mair (Cisl-Sgb), Tony Tschenett (Asgb) e Irmgard Gamper.

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