Cna: «Sgravi Irap, falsato il mercato»

Corrarati: «È sbagliato favorire le aziende di fuori provincia e penalizzare le pmi locali che cercano di innovare»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Claudio Corrarati, presidente della Cna, non ci sta. La decisione della giunta provinciale di azzerare l’Irap per cinque anni alle aziende che si insediano in Alto Adige e creano posti di lavoro qualificati non lo convince affatto. «In questo modo il mercato viene falsato e a rimetterci sono le piccole e medie imprese locali». Secondo gli artigiani il provvedimento che favorisce le imprese extra-provinciali fa emergere delle palesi contraddizioni nella politica locale. «Da una parte sembra si voglia investire in modo concreto e chiaro sulle capacità delle nostre aziende di innovare per rimanere sul mercato e affrontare la crisi con coraggio e professionalità. Dall’altra, per riuscire a sistemare i conti pubblici, si cerca di attirare nuove aziende attraverso la riduzione della pressione fiscale». Secondo la Cna in questo modo si genera «un meccanismo economico a due velocità nel quale saranno presenti aziende con pressioni fiscali diverse. Non ci sembra francamente una grande invenzione per il rilancio dell’economia. Sembra piuttosto solo un nuovo sistema per fare cassa senza investire sull’economia locale».

Tutto questo - sottolinea la Cna - è stato deciso senza che ci sia stato un minimo di concertazione con le categorie economiche. «In questo modo - continua Corrarati - la Provincia si assume la responsabilità di fare delle scelte alquanto discutibili, che potrebbero influenzare negativamente la nostra economia agendo sulla leva fiscale e sull'uso del patrimonio pubblico senza consultare gli attori che vivono e lavorano qui da sempre». Secondo gli artigiani (la Cna ha 2 mila soci ma le aziende del settore sono 13 mila) «serve un tavolo unico dell’economia, che metta al centro, ad esempio, il decalogo proposto a suo tempo dal presidente della Camera di Commercio e ripreso ieri sulle pagine dell'Alto Adige. Ma su questo versante tutto tace». E il fatto che gli artigiani sappiano innovare è testimoniato dalla recente iniziativa proposta al Festival dell’innovazione che ha fatto registrare 3.000 accessi. «Ciò dimostra che l'innovazione è nel dna delle nostre aziende. Certamente l'insediamento di aziende extra-provinciali potrebbe rivelarsi un business interessante per accrescere la competitività del territorio, ma non ha senso dotare le nuove imprese di un vantaggio fiscale che alle nostre è sempre stato negato». E questo in un momento in cui edilizia e trasporti arrancano. «Ci sono, per fortuna, anche parecchie aziende virtuose che operano nella nicchia dell’artigianato di lusso. Ma anche queste ultime spingono per avere regole certe e soprattutto uguali per tutti».

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