Commercio all’ingrosso, parziale ripresa nel 2021 

Il Barometro Ire. Secondo le imprese il nuovo anno dovrebbe portare anche ad un ritorno degli investimenti e delle assunzioni di personale. Gramm: «Ma il 2020 è stato molto difficile»



Bolzano. Commercio all’ingrosso: si spera nel 2021. Il clima di fiducia nel settore in Alto Adige rimane assai modesto, seppur con significative differenze tra i singoli comparti merceologici. Le aspettative di redditività per il 2021 sono migliori, ma inferiori rispetto ai livelli pre-crisi. Secondo le imprese, il nuovo anno dovrebbe portare anche una parziale ripresa degli investimenti e delle assunzioni di personale. È quanto emerge dall’indagine autunnale del Barometro dell’economia dell’Ire (Camera di commercio di Bolzano). Il clima di fiducia nel commercio all’ingrosso altoatesino si conferma in decisa flessione rispetto agli ultimi anni: la redditività nel 2020 è considerata soddisfacente solo dal 71% delle imprese. Oltre tre quarti degli imprenditori e delle imprenditrici del settore segnalano una contrazione del giro d’affari rispetto al 2019. La perdita di fatturato ha riguardato soprattutto il mercato locale altoatesino e quello nazionale. La contrazione della domanda estera è stata più limitata: nei primi tre trimestri dell’anno, l’Alto Adige ha esportato merci per oltre 3,5 miliardi di euro, con un decremento del 5,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Analizzando le varie branche che compongono il commercio all’ingrosso, si osservano significative differenze. Prevale decisamente il pessimismo tra gli intermediari del commercio, nel comparto degli articoli casalinghi e di arredamento e tra i grossisti di abbigliamento e calzature. In questi comparti, almeno la metà delle imprese lamenta una redditività insoddisfacente nel 2020. Molti operatori segnalano, inoltre, un forte incremento dei costi e un peggioramento delle condizioni di accesso al credito e della puntualità dei clienti nei pagamenti. Maggiore fiducia si riscontra tra i grossisti di materiali da costruzione e di elettronica ed elettrodomestici, dove oltre il 90% delle imprese confida di concludere l’anno con un risultato economico soddisfacente, anche grazie ad una più favorevole dinamica dei prezzi di vendita. Maggiori aspettative sono riposte nel prossimo anno, in particolare sul fronte dei fatturati e dei prezzi di vendita, ma anche degli investimenti e dalle nuove assunzioni di personale. La ripresa sarà, però, solo parziale: la quota di imprese che prevede di raggiungere un risultato d’esercizio soddisfacente nel 2021 si ferma all’82%, sensibilmente al di sotto del triennio pre-crisi Covid. Un’eccezione positiva è rappresentata dal commercio di materiali da costruzione. Il presidente della Camera di commercio ribadisce l’importanza di sostenere le imprese in questa difficile fase. «Gli imprenditori e le imprenditrici del commercio all’ingrosso confidano di poter tornare a investire e a creare nuovi posti di lavoro nel 2021. La Camera di commercio continuerà a battersi affinché le imprese altoatesine ricevano tutto il sostegno necessario per superare questa terribile crisi», così Michl Ebner.

Le associazioni di categoria.

«La difficile situazione italiana si riflette anche sulla redditività delle nostre aziende, che svolgono una funzione di ponte tra Nord e Sud. Noi dipendiamo dal turismo, dal commercio al dettaglio e dall’artigianato. Solo in alcuni comparti cominciano a vedersi segnali positivi per la prima metà del 2021. Se il calo del fatturato dovesse protrarsi ancora più lungo, andrà rivalutata tutta la situazione, anche riguardo alle misure di sostegno, che solo in minima parte sono efficaci per il commercio all’ingrosso. Si tratta di un duro colpo», spiega Werner Gramm, rappresentante del commercio all’ingrosso nell’Unione. «Il 2020 si conferma un anno nero per i grossisti che, a fronte del calo delle vendite e della marginalità, non hanno potuto ridurre i costi, per garantire il servizio puntuale alla clientela. Lo stesso dicasi per gli agenti di commercio, loro partner anche nel rischio di impresa. Senza i grossisti, il settore primario e secondario perdono un alleato strategico, garante della rotazione del magazzino. Invitiamo la pubblica amministrazione a tenerne conto», chiude Federico Tibaldo, presidente provinciale della Confesercenti.















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