Edilizia, l’anticipo si fa attendere

La Cisl critica la Provincia: «Sulle ristrutturazioni, per ora, solo annunci». Così i lavori non partono


di Maurizio Dallago


BOLZANO. «Ristrutturazioni in edilizia, la Provincia fa gli annunci, ma poi tergiversa nell’attuarli». Così la Cislgb in merito a quanto affermato dalla giunta provinciale il 12 marzo scorso. «In quella data venne promesso che Palazzo Widmann avrebbe stanziato 12 milioni per concedere, ai cittadini che avrebbero ristrutturato un immobile, l’anticipo del beneficio fiscale dello Stato che è ottenibile nei 10 anni successivi all’esecuzione dei lavori», sottolinea il segretario aggiunto, Michele Buonerba. «Ogni annuncio determina delle aspettative e conseguentemente, chi aveva intenzione di fare dei lavori, ha deciso di attendere in attesa che l’annuncio divenisse qualcosa di più concreto. Questo purtroppo non è avvenuto e ora, diverse imprese specializzate in lavori di ristrutturazione, si trovano senza lavoro pur avendo molti clienti intenzionati ad aprire i cantieri. Risultato: dipendenti in cassa integrazione e imposte correlate ai lavori che non generano gettito», ancora il sindacato.

Lo scorso anno la Cisl propose che nel patto per il lavoro venisse inserita la possibilità di anticipare i benefici fiscali dello Stato da parte della Provincia. Ci si riferiva al 50% per i risanamenti e al 65% per gli interventi destinati al risparmio energetico. La misura, se attuata come era stata proposta, avrebbe generato fin da subito una forma di scossa per il settore. Infatti, la Cisl/Sgb riteneva e ritiene ancora adesso che lo stanziamento dovrebbe essere di almeno 50 milioni all’anno e che esso debba servire a pagare l’intero ammontare dell’incentivo statale alla fine dei lavori. «L’idea, troppo prudenziale da parte della Provincia, prevede uno stanziamento di 12 milioni per garantire un mutuo senza interessi della durata decennale. Di fatto, l’unica differenza con l’incentivo statale la riscontriamo negli interessi e quindi nella garanzia della perdita di capitale dovuta all’erosione dello stesso da inflazione nell’arco dei 10 anni», evidenzia Buonerba.

Ad un settore che ha perso in 5 anni oltre un quarto degli addetti, che ogni giorno si confronta con aziende che chiudono o che mettono il personale in cassa integrazione, serve altro. Le costruzioni ultimate alla fine del 2013 hanno fatto segnare un -24% rispetto all’anno precedente, già di profonda crisi. Tengono le richieste di costruire (-0,6%), ma questo dato significa che gli investimenti sono rimandati a tempi migliori. Ed ecco che la Cisl ricorda come «con le competenze autonomistiche in materia di entrate fiscali, che nel lungo periodo garantirebbe un saldo attivo per la Provincia, un aumento del volume di attività in edilizia, considerando anche che secondo l’Istat ogni euro investito in questo settore ne genera 3 nell’indotto, determinerebbe maggiori entrate fiscali». Dall’Iva all’Irpef, dall’Irap all’Ires.

Il settore edile rappresenta direttamente il 7,8% del Pil dell’Alto Adige. Al netto dell’Iva esso ha rappresentato 1.333 milioni di euro nel 2012. Con l’Iva si arriva a circa 1.500 milioni. A livello nazionale, uno studio del Cresme, ha dimostrato che gli incentivi fiscali nel settore determineranno nel 2014 un’incidenza positiva sul Pil stimabil intorno all’1%. Il Pil dell’Alto Adige 2012 ( ultimo dato disponibile) ammontava a 18,6 miliardi e quindi l’1% significherebbe ulteriori 186 milioni circa sui quali considerare le nuove entrate tributarie per la Provincia. «Annualmente stimiamo, certamente per difetto, che tale importo possa essere intorno ai 25 milioni», chiude Buonerba: «Alla Provincia chiediamo coraggio, perché il settore dell’edilizia si può davvero rilanciare con i risanamenti».













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