Edilizia: le opere ultimate calano del 28,7 per cento

Diminuzione maggiore nel comparto non residenziale rispetto all’abitativo Aumentano invece, ma con un trend inverso, i permessi per costruire ritirati


di Maurizio Dallago ; di Maurizio Dallago


BOLZANO. Le opere edili ultimate in Alto Adige segnalano una diminuzione del 28,7 per cento. La cubatura realizzata tra gennaio e giugno 2014 è infatti pari a 749 mila metri cubi, diretti maggiormente verso il non residenziale (442 mila metri cubi, -32,2%) rispetto all’abitativo (307 mila metri cubi, -23,1 per cento). Un calo rispetto allo stesso periodo del 2013, con il trend di flessione delle nuove costruzioni, iniziato alla metà del decennio passato, che può essere attribuito a diversi fattori, tra i quali la situazione non positiva del comparto edilizio, le massicce edificazioni effettuate in passato soprattutto nei centri urbani e la frenata degli investimenti di famiglie e imprese a causa dell’incerta situazione economica. Aumentano, al contrario, i permessi per costruire ritirati: anche qui come dato complessivo, con una crescita del non reisdenziale ed una diminuzione del residenziale.

Sono i dati resi pubblici ieri dall’Astat (Istituto provinciale di statistica) riferiti all’attività edilizia in Alto Adige nei primi sei mesi dell’anno. Durante il primo semestre del 2014 sono stati ritirati permessi di costruire per una cubatura totale di 1.370 mila metri cubi, con aumento del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2013. Il dato complessivo, che segnala per la prima volta dal 2010 un valore semestrale positivo, è determinato principalmente dal settore non residenziale (794 mila metri cubi, +16,8%), mentre la cubatura prevista a scopi abitativi ha evidenziato un calo (576 mila metri cubi, -10,1%). «I dati del 2014 sono da ritenersi provvisori, ma con un alto livello di attendibilità», sottolinea l’Astat.

È interessante notare come, a partire dal 2009, i valori annui delle cubature relative ai permessi ritirati siano sempre superiori a quelli delle opere ultimate. Il primo semestre 2014 vede confermare la tendenza al ritardo, o addirittura all’annullamento, della realizzazione di opere già programmate, con una differenza temporale tra previsione ed effettiva edificazione sempre più marcata.

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