Fabbriche, l’occupazione tiene

Ritorno al lavoro dopo le ferie d’agosto nelle grandi aziende metalmeccaniche di Bolzano


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Certo non è più la zona industriale di una volta. I metalmeccanici sono diventati nel frattempo un minoranza tra aziende di vario genere, imprese artigiane, di commercio e servizi. Ma comunque sia la riapertura delle grandi fabbriche a Bolzano dopo la pausa d’agosto non porta, per ora, cattive notizie sul fronte occupazionale. Lo affermano gli stessi sindacati, aspettando i classici incontri previsti in autunno con i vertici aziendali per fare il punto sulle singole situazioni. «Non mi risultano segnali di crisi rispetto alla situazione di qualche mese fa nello specifico della zona industriale del capoluogo», afferma il segretario provinciale Uil, Toni Serafini.

Per quanto riguarda le metalmeccanica, le tre imprese con il più alto numero di occupati a Bolzano sono l’Iveco con circa 800 dipendenti complessivi, le Acciaierie Valbruna con 450 e la «Aluminium Bozen», con un centinaio di occupati. «Per quanto riguarda la Valbruna con il ritorno al lavoro la settimana prossima di chi è occupato nel reparto R, la produzione andrà a regime dopo le ferie d’agosto», evidenzia Giuseppe Pelella (Uilm). «Con la dirigenza, in questo caso, bisognerà riprendere il discorso sul contratto integrativo aziendale», ancora Pelella.

All’Iveco le commesse non mancano. «Forse un po’ meno che in passato, ma il lavoro dovrebbe essere assicurato per tutto l’anno con i contratti stipulati con Russia, Brasile e Norvegia, anche se nel primo caso le vicende legate alla situazione ucraina impongono di rivedere il sistema di trasporto dei mezzi fino alla Russia», ancora il sindacalista della Uilm.

Qualche preoccupazione i sindacati ce l’anno relativamente alla «Aluminium Bozen», quella che un tempo fu la Sapa e prima la Alumix. La «Aluminium Bozen» aveva rilevato nella primavera scorsa lo stabilimento Sapa di Bolzano, con la manifesta volontà di mantenere i livelli occupazionali per l’azienda che produce estrusi di alluminio e nelle mani di una società del Gruppo Veneto Banca. «Teniamo gli occhi aperti», afferma, ad esempio, Fabio Parrichini della Fiom. «Qualche preoccupazione in più rispetto alle altre realtà c’è, adesso a Bolzano abbiamo uno stabilimento che deve camminare con le proprie gambe», così Pelella.

Ma tutto sommato, sembra profilarsi un autunno meno «caldo» che in altri periodi. E di questi tempi per i metalmeccanici è già una notizia positiva.

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