Giovani senza lavoro, non si incontrano domanda ed offerta

Corrarati: «Spesso i ragazzi hanno aspettative differenti rispetto a quelle che sono le necessità dei settori economici»


di Maurizio Dallago


BOLZANO. In Alto Adige ci sono 5 mila giovani - in età tra i 15 ed i 25 anni - senza lavoro. La Provincia in settembre ha organizzato una giornata per imparare a proporsi sul mercato. Ma, secondo il presidente degli artigiani Cna è soprattutto un problema legato al fatto che l’offerta non trova la domanda. Ovvero i posti di lavoro ci sarebbero, ma mancano specifiche professionalità, oppure le aspettative dei ragazzi si scontrano con una realtà lavorativa diversa.

«Il ministro Giuliano Poletti ha affermato di recente che i giovani nel nostro Paese non sono bamboccioni né choosy (come furono definiti rispettivamente da ex ministri come Tomaso Padoa Schioppa ed Elsa Fornero), piuttosto sono disorientati», sottolinea Claudio Corrarati. «Veniamo da quasi sette anni di crisi mai vissuta prima in questo Paese anche da chi da un punto di vista generazionale continua a ripetere che anni fa era peggio. Qualche bamboccione ci potrà pure essere ma io conosco tanti giovani che mi dicono di essere alla ricerca di una opportunità», prosegue Corrarati.

Quanto alle previsioni per le specializzazioni più richieste, maggiori opportunità di lavoro sono previste per ingegneri e altri laureati dal profilo scientifico, operai specializzati, conduttori di impianti, addetti alle vendite e alla ristorazione», spiega il presidente della Cna altoatesina.

«La situazione dell’Alto Adige - prosegue Corrarati - non deve portarci all’inganno. I giovani in questa provincia hanno maggiori opportunità, ma partono da aspettative differenti. Necessita pertanto riequilibrare le aspettative anche in questa Provincia in modo tale che anche le giovani leve possano cercare una prima opportunità per poi crescere conseguentemente all’esperienza maturata in collaborazione con le aziende dove inseriti . In modo particolare per la città di Bolzano vi sono, rispetto alle realtà limitrofe di valle, aspettative differenti».

La presenza di un numero maggiore di diplomati rispetto alle vallate dove la formazione professionale è scelta maggiore, ma con maggiori possibilità, comporta che ad oggi nel capoluogo ci sia un numero maggiore di ragazzi che fanno fatica a trovare un lavoro. «Necessita allora depotenziare le aspettative iniziali per riuscire a dare stimolo agli stessi nel cercare crescita professionale anche in aziende che potenzialmente sono in una fase di crescita, ma che proprio grazie ai nostri giovani possono fare un salto di qualità gestionale e imprenditoriale», ancora Corrarati. «Questo disorientamento deve trovare proprio nelle istituzione e nelle associazioni di categoria - conclude il presidente della Cna - il metodo ed il veicolo che permetta ai nostri giovani di poter essere aiutati ad orientarsi in un mercato dove anche gli esperti più affermati perdono la rotta».













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