Bolzano. Si è svolto presso la Lobis Böden S.r.l. di Bolzano il secondo incontro di inizio anno della Camera di commercio di Bolzano. La serie di incontri del 2021 è dedicata al tema "L'economia guarda al futuro!" Nel corso di tre serate imprenditori e imprenditrici si ritrovano online insieme a tutti gli interessati per salutare l’anno nuovo.

Gli incontri di inizio anno, che hanno inevitabilmente risentito dell'emergenza Covid-19, si svolgono all'insegna del motto "L'economia guarda al futuro!"

Chiaramente le imprese altoatesine guardano con grande preoccupazione al domani. Alla Camera di commercio preme pertanto più che mai fornire informazioni utili alle aziende per poter superare meglio la crisi. "Gli imprenditori di successo si riconoscono dalla loro capacità di collegare con sapienza i valori fondamentali dell'impresa con un atteggiamento aperto verso l'innovazione e il cambiamento" sottolinea il presidente della Camera di commercio Michl Ebner. Il secondo vicepresidente della Provincia nonché assessore Giuliano Vettorato afferma: “È indubbio che la situazione di questo ultimo anno ha creato difficoltà a molte realtà produttive e le ha costrette a ripensare la propria organizzazione e a fidelizzare il cliente con un nuovo approccio, cercando soluzioni nuove che coniugassero tradizione e innovazione. L’augurio è che si possa uscire da questi mesi di difficoltà recuperando rapidamente il terreno perso e ridando una speranza per il futuro a tante persone che con passione, dedizione e competenza lavorano per il progresso dell’Alto Adige.” Paul Lobis, il fondatore della Lobis Böden, ha introdotto la serata con l'input "Gestione del cambiamento e sviluppo organizzativo in una fase di trasformazione". Il cambiamento è onnipresente; per gestirlo al meglio, oltre all'innovazione e allo sviluppo, occorrono anche costanza e continuità. Evelyn Kirchmaier, direttrice generale della società di servizi Markas, è intervenuta sul tema "Working 'smart' – i dipendenti al centro". Secondo Kirchmaier occorre riflettere su quanto siano davvero “smart” i nuovi modelli lavorativi. Abbiamo bisogno di strutture nuove, di ripensare i processi e di prestare più attenzione alle persone con cui lavoriamo.