Il part time? Un fenomeno che continua a crescere

In Alto Adige interessa 54 mila persone: oltre il 22 per cento di tutti gli occupati. In 4 anni aumento di 10 mila unità


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Il 22 per cento degli occupati in Alto Adige lavora a tempo parziale (con un aumento di quasi 10 mila unità in 4 anni). Una crescita esponenziale che in termini assoluti interessa 54.200 lavoratori. Fotografia di fine 2013. Un misto di libera scelta (per 30 mila persone), ma anche frutto della crisi. Per un quinto circa il tempo parziale era legato al fatto di non aver trovato un’occupazione a tempo pieno. Inoltre il 15,2% - tra i lavoratori dipendenti - ha un contratto a termine. A queste 27.900 persone occorre aggiungere 3.100 lavoratori «parasubordinati» che vengono conteggiati tra gli autonomi. Tra il 2009 ed il 2013 le persone senza occupazione sono passate dal 2,9 al 4,4%. In termini assoluti da 7 mila a 11.400 unità, con la disoccupazione che colpisce in modo maggiore gli stranieri extra Ue residenti in provincia di Bolzano. In questa categoria i senza lavoro si attestano al 20,6%. Questi alcuni dai dati resi pubblici ieri dall’Istituto provinciale di statistica (Astat) nello studio «Occupati e disoccupati 2009-2013».

Tasso di attività. Delle 426.900 persone di almeno 15 anni di età residenti in provincia di Bolzano 256.600 fanno parte attiva del mondo del lavoro (forze di lavoro), in quanto occupati (95,6%) o in cerca di occupazione (4,4%).

Dipendenti e autonomi. Dei 245.300 occupati nel 2013, per il 25,1% si tratta di occupati indipendenti e per il 74,9% di dipendenti. Mentre tra gli uomini quasi uno su tre è autonomo, tra le donne tale rapporto è minore: meno di una su cinque. I lavoratori dipendenti hanno un’età media di 40,4 anni e lavorano mediamente 35,2 ore a settimana, mentre tra gli occupati autonomi l’età media ammonta a 46,2 anni ed il carico di lavoro settimanale è in media di 44,5 ore. Dei 61.600 occupati indipendenti 47.400 sono imprenditori, liberi professionisti e lavoratori in proprio, 11.100 coadiuvanti familiari e 3.100 cosiddetti lavoratori parasubordinati, cioè con contratto di collaborazione coordinata e continuativa oppure occasionale.

Settore terziario. Nel 2013, 174.700 occupati, vale a dire il 71,2%, lavorano prevalentemente nel settore terziario. Nel settore industriale e in quello agricolo lavorano invece meno persone, rispettivamente il 22,3% ed il 6,4%.

Tempo parziale. Nel 2013 su un totale di 245.300 occupati, il 77,9% è a tempo pieno ed il 22,1% a tempo parziale. Come negli anni precedenti una gran parte di questi ultimi (54,2%) dichiara di lavorare a tempo parziale per motivi familiari e, coerentemente con quanto emerso negli anni scorsi, vi sono molto più donne occupate a tempo parziale: il 42,7% delle occupate femmine contro il 5,8% dei maschi.

Contratti a termine. Su 183.700 lavoratori dipendenti l’84,8% ha un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, mentre il 15,2% ha un contratto a termine; quest’ultima percentuale varia tra il 13,0% degli uomini ed il 17,5% delle donne. Negli ultimi cinque anni questa percentuale per le donne si è attestata su valori pari al 17-18% e per gli uomini attorno al 12-13 per cento.

Disoccupazione. Nel 2013 vi erano mediamente 5.800 donne e 5.600 uomini in cerca di occupazione. Il tasso di disoccupazione, cioè il rapporto tra le persone in cerca di occupazione e il totale delle forze di lavoro, risulta in totale pari al 4,4%; il relativo tasso delle donne ammonta al 5,0%, quello degli uomini al 3,9%. Tra i giovani di età compresa tra i 15 ed i 24 anni, 2.900 sono alla ricerca di un posto di lavoro: ciò corrisponde, infine, ad un tasso di disoccupazione giovanile del 12,2%.













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