pari opportunità

Lavoro, donne altoatesine bloccate tra part-time e dai contratti a termine

Presentato il 6° Rapporto sulla situazione occupazionale. La Consigliera di parità Morandini: “La pandemia aggrava la situazione” (foto tema Ansa)



BOLZANO. È stato presentato oggi oggi presso il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano il 6° Rapporto sulla situazione occupazionale delle donne e degli uomini nelle aziende altoatesine con più di 100 dipendenti relativo al biennio 2018-2019, elaborato dall'Istituto Promozione Lavoratori - Ipl su incarico della Consigliera di parità della provincia di Bolzano. L'articolo 46 del decreto legislativo 198/2006, il cosiddetto Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, stabilisce infatti che ogni due anni la Consigliera di parità pubblichi un rapporto sulla situazione occupazionale delle donne nelle aziende altoatesine con più di 100 dipendenti.

La Consigliera di parità Morandini ha concluso che la situazione non è migliorata negli ultimi anni, avanzando l'ipotesi che la pandemia la aggraverà ulteriormente. È importante, ha aggiunto, che venga attuata una politica attiva del lavoro per quanto riguarda l'occupazione femminile; è inoltre necessario un cambiamento culturale, perché si rompano gli stereotipi di genere che portano alla discriminazione indiretta e diretta sul posto di lavoro. A breve termine, è necessaria la creazione di strutture per la conciliazione di famiglia e lavoro su tutto il territorio provinciale.

 

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Nel 2020 sono state 156 le imprese che hanno consegnato i dati del biennio 2018/2019 con riferimento a composizione del personale, assunzioni e dimissioni, figure professionali, forme contrattuali e formazione nelle aziende. Il quadro che emerge dallo studio non si differenzia eccessivamente da quello dei bienni precedenti. Nelle attività manifatturiere, ad esempio, le donne rappresentano solo il 25,0% degli occupati, mentre raggiungono il 67,7% nel settore della sanità privata e dell'assistenza sociale. Permane, quindi, una forte segregazione orizzontale, poiché in molti settori, soprattutto quelli considerati "tipicamente maschili.

Persiste inoltre il "soffitto di cristallo", che frena le donne nell'accesso ai posti dirigenziali per lo più a causa di impegni famigliari (la conciliazione famiglia-lavoro riguarda ancora per lo più le donne), per cui solo il 9,7% del personale dirigente, nelle imprese rispondenti, è femminile. Se si guarda alla stabilità lavorativa, si deve constatare quanto il lavoro a tempo determinato sia ancora molto femminile, dato che il 18,7 % delle lavoratrici nelle 156 aziende rispondenti ha questo tipo di contratto a fronte del 11,7% degli uomini.

Il part time è ancora uno strumento che le donne usano per conciliare famiglia e lavoro, posto che quest'ultime continuano ad essere la maggioranza dei dipendenti con contratti ad orario ridotto (84,1% contro il 15,9% degli uomini). Sono invece pochi i padri in aspettativa facoltativa per figli, mentre gli uomini hanno svolto il 76,4% delle ore di formazione, mentre le donne solo il restante 33,6%, e se i corsi frequentati dagli uomini in media duravano oltre 6 ore, quelli seguiti dalle donne duravano mediamente la metà (3 ore).













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