Messner: l’Alto Adige non può crescere senza un aeroporto

Il re degli Ottomila: «Ma finisca questa guerra ideologica sul sì o il no alla struttura che serve per non isolarci»


di Renato Brianti


BOLZANO. Viabilità e raggiungibilità, in Alto Adige si può fare di più. Questo è quello che emerge dal convegno organizzato ieri a Bolzano dal Collegio dei costruttori edili (Assoimprenditori Alto Adige) per verificare la situazione della mobilità anche in prospettiva futura. E il re degli Ottomila spezza una lancia a favore dell’aeroporto. «Per me è importante terminare questa guerra ideologica - sottolinea Reinhold Messner - quella struttura è fondamentale per non isolare l’Alto Adige, senza aeroporto non si può crescere».

Diversi gli esperti che hanno partecipato al dibattito: secondo l'imprenditrice Maria Niederstätter, le strade dovrebbero essere più fluide: in questo momento si riscontrano troppi imbuti che bloccano la scorrevolezza. Il ricercatore dell’Eurac Federico Cavallaro ha illustrato le differenze sostanziali fra il nostro sistema di trasporti e quello svizzero e il paragone, nonostante l’eccellenza del nostro confinante, è stato buono. Secondo Cavallaro non è solo un fatto di infrastrutture ma di qualità del servizio. La nostra provincia svolge un ruolo fondamentale per la mobilità anche internazionale per il forte passaggio di persone e merci e oltre ad essere una terra di transito, ha consolidato nel tempo il suo ruolo di meta turistica e questo ha portato sulle nostre strade un numero considerevole di veicoli.

I mercatini sono stati l’esempio di come le nostre strutture riescano a reggere impatti veicolari imponenti. «La nostra configurazione geografica obbliga una gran parte della popolazione a utilizzare l’automobile come mezzo principale - così Messner - nel complesso la situazione in Alto Adige però è buona nonostante molti nostri concittadini sono e saranno sempre obbligati a utilizzare l’automobile perché è impensabile raggiungere i centri abitati partendo dai masi di montagna o dai paesini. Però se molti turisti saranno in grado di pianificare prima il viaggio, completamente con mezzi alternativi, prenderanno in considerazione di non usare la macchina». «Per quanto riguarda l’autostrada non prospettiamo una riduzione del traffico nel futuro - subentra Walter Pardatscher, amministratore delegato dell'A22 - la gente continuerà a usare il proprio mezzo ma possiamo marginare questo continuo sviluppo con offerte interessanti per treni e aerei che devono però migliorare il servizio». «Nei nostri programmi sappiamo che l’autostrada potrà usufruire dell’utilizzo dinamico della corsia di emergenza a sud di Bolzano, ma una singola tratta breve non basta: bisognerebbe che non ci fossero imbuti fino a Verona, cosa che invece succede con la galleria di Trento che non ha una corsia di emergenza, una situazione da risolvere», chiude Pardatscher.













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