Ripresa economica, tra i lavoratori cresce l’ottimismo

Scende al 30% la quota di chi arriva a fatica a fine mese Serafini: «Momento favorevole per gli investimenti»


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Migliora il quadro di fiducia dei lavoratori altoatesini. Una buona premessa per la ripresa.

L’ottava edizione del barometro Ipl è stata presentata ieri alla presenza dell’assessora Martha Stocker e del presidente dell’Istituto promozione lavoratori, Toni Serafini. Il principale risultato: il quadro di fiducia dei lavoratori dipendenti altoatesini migliora, in due casi addirittura in modo sensibile. Ciò riguarda le attese sull’andamento dell’economia altoatesina in complesso e le attese sull’andamento della disoccupazione. Tuttavia, gli indicatori dell’economia reale non rispecchiano ancora questo andamento. «Oggi più che mai è necessario che la politica sostenga la domanda con investimenti pubblici e che i privati colgano l’attimo favorevole dei bassi tassi d’interesse per attuare piani d’investimento», così Serafini.

A titolo esemplificativo, la quota di coloro che indica di arrivare a fine mese solo con difficoltà scende al 30% - il minor livello dall’introduzione del barometro Ipl. «Ci sono diversi segnali che la ripresa economica si consolidi anche in Alto Adige. Se consideriamo gli indicatori come precursori, in Alto Adige si prospetta un’inversione di tendenza per quanto riguarda il numero di disoccupati. Per l’Ipl per l’anno 2015 un tasso di crescita dell’economia altoatesina pari all’1% rimane realistica», spiega il direttore Stefan Perini.

Dal barometro Ipl emerge che gli aspetti del lavoro per i quali i lavoratori dipendenti mostrano maggiore soddisfazione sono la reputazione dell'azienda in cui lavorano (grado di soddisfazione: 69%), la loro posizione di lavoratore dipendente nella società (63%) e le possibilità di formazione professionale (55%). Invece gli aspetti per i quali sono meno soddisfatti sono l’attuale retribuzione (46%) e le possibilità di sviluppo e carriera (42%). Oltre alla soddisfazione è stato chiesto di valutare anche la gravosità di alcuni aspetti: risulta così che i tempi di lavoro pressanti sono l’aspetto che pesa di più ai lavoratori dipendenti (il 40% lo indica come molto o abbastanza pesante), seguito dai cambiamenti tecnici e organizzativi (20%) e dall’ambiente di lavoro poco salubre (13%).

Nel mondo del lavoro gli effetti dell’invecchiamento demografico si traducono in un allungamento della vita lavorativa. Ciò ha portato l’attenzione sulla «work ability», ovvero la capacità di lavorare anche in età avanzata. Un fattore determinante nel conservare e migliorare la work ability è un’elevata qualità del lavoro. Nell’ambito del barometro Ipl è stato chiesto ai lavoratori dipendenti se a 65 anni saranno in grado di svolgere il loro attuale lavoro: il 15% lo ritiene molto improbabile e il 29% abbastanza improbabile, mentre il 34% lo considera abbastanza probabile e il 23% molto probabile. Per riuscire a lavorare anche a 65 anni l’85% dei lavoratori vorrebbe che i fattori di stress mentale venissero ridotti, il 78% che migliorasse il clima di lavoro, ovvero i rapporti con i colleghi ed i superiori, mentre il 74% vorrebbe dover sopportare minori carichi fisici. Da notare, infine, che i lavoratori preferiscono avere una maggiore flessibilità dell’orario di lavoro, piuttosto che vederselo ridotto.













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