Secondo semestre d’oro per il mercato del lavoro

Aumento di 2.270 posti, la riforma nazionale (Jobs Act) contribuisce ad innalzare l’occupazione a tempo indeterminato. Tasso di disoccupazione sceso al 3,2%


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Il turismo continua a tirare, la manifattura produce e fa crescere l’export. Pure l’edilizia pare aver fermato la sua crisi. Aggiungi la riforma del mercato del lavoro a livello nazionale e così si può affermare che in Alto Adige è tornato a splendere il sole a livello occupazionale. La Provincia, ma si può fare di più, sostiene che nel secondo semestre 2015 vi è stata una svolta in quasi tutti i settori economici.

Guardiamo i numeri presentati ieri dall’assessora Martha Stocker, insieme ai direttori Helmuth Sinn e Stefan Luther. «L’aumento del tasso di occupazione di 1,2 punti percentuali nei confronti dello stesso periodo dell’anno scorso ed il tasso di disoccupazione depurato del 3,2% nel periodo aprile-ottobre sono le prove più evidenti di questa inversione di tendenza», sottolinea Stocker. Sinn evidenzia in particolare che l’aumento dell’occupazione è «proseguito anche nel mese di novembre con un +2%».

In sostanza il periodo maggio - ottobre ha fatto registrare un aumento di circa 2.270 posti di lavoro (+1,2%), un aumento della presenza di imprenditori provenienti da altre regioni italiane, un forte aumento dell’occupazione straniera (+4%), una forte diminuzione degli stranieri tradizionalmente occupati a favore di lavoratori rumeni (+10%), un forte calo di rapporti di lavoro precari (lavoro a progetto e lavoro a chiamata), il forte aumento della formazione professionale, il calo dei contratti di lavoro a tempo determinato e l’aumento dei contratti a tempo indeterminato. Dopo quattro anni è stato registrato un calo dei disoccupati di circa il 4%, un calo del tasso di disoccupazione ed un ulteriore invecchiamento del mercato del lavoro.

Il «Jobs Act» rallenta la tendenza al precariato. Nel semestre maggio - ottobre 2015 hanno lavorato mediamente 48.938 lavoratori con contratto a tempo determinato, -449 rispetto agli stessi mesi di un anno prima, con un calo pari al -0,9%. Nello stesso periodo i contratti a tempo indeterminato sono stati 141.298, +2.526 rispetto agli stessi mesi di un anno prima, con un incremento pari al +1,8%.Queste variazioni sono principalmente dovute alla maggiore preferenza per i contratti a tempo indeterminato in seguito della decontribuzione introdotta per il 2015 dal Jobs Act, che è riuscito in tal modo a contrastare il trend generale verso una maggiore precarizzazione del mercato del lavoro. Infatti, le 4.000 assunzioni a tempo indeterminato e le 1.300 trasformazioni da tempo determinato a indeterminato riconducibili al Jobs Act hanno contribuito (+3.500) ad innalzare l’occupazione a tempo indeterminato. Altrettanto, con segno opposto, al calo dei contratti a tempo determinato. In media, nel periodo maggio - ottobre 2015, risultavano iscritte 11.179 persone nelle liste di disoccupazione, ovvero -775 in meno rispetto all’anno precedente (-6,5%).

Questo è anzitutto il risultato del calo di iscrizioni di stagionali provenienti dal settore turistico e - nettamente in minor misura - da un calo degli iscritti nelle liste di mobilità dovuto anche ad un minor numero di licenziamenti collettivi. I disoccupati di lunga durata sono rimasti invece sui livelli degli ultimi due anni. Infine, considerando la cittadinanza, il 18,1% dei disoccupati da più di un anno è costituito da extracomunitari, a fronte del 19,6% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente.













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