Serafini lascerà il sindacato «È tempo di ricambio» 

La Uil-Sgk. Il segretario: «Avevo pensato a settembre, ma sarà un periodo troppo difficile» Dopo ferragosto «arriveranno i licenziamenti legati al Covid». Il successore? «Magari donna»



Bolzano. Ultimi mesi di lavoro per Toni Serafini come segretario generale della Uil. Figura di punta del mondo sindacale altoatesino, già assessore comunale, ha deciso di lasciare. Interromperà il mandato prima della scadenza prevista nel maggio 2022. La decisione è presa da tempo e annunciata all’interno della Uil. Ora è trapelata, insieme alla notizia del rinvio di qualche mese dell’elezione del nuovo segretario. Anche questo è un effetto della pandemia. «Avevo chiesto di individuare il nuovo segretario intorno a settembre. Ma sarà purtroppo un momento troppo pesante sul fronte del lavoro per andarmene. Immagino che servirà un po’ di tempo in più», spiega Serafini, «Non lascio la barca nella tempesta». Le sue, precisa con forza, non sono dimissioni: «Chi si dimette scrive una lettera e se ne va immediatamente. Il mio caso è diverso: sono in pensione da due anni, ho voglia di dedicarmi di più alla famiglia. Fare il pensionato di nome e di fatto». Dimissioni vere, sempre in casa Uil, sono invece quelle che porterà nel prossimo direttivo Mauro Fratucello, presidente di Ada, l’Associazione dei diritti degli anziani della Uilp. «Ho preso questa decisione, che è amara. Mi dispiace molto, perché al nostro interno siamo molto affiatati». Sulle ragioni Fratucello non aggiunge altro: «Voglio parlarne prima nella seduta del direttivo». Da quanto trapela, l’associazione rivendicherebbe maggiori finanziamenti per la propria attività.

Serafini esterna invece il diritto «di farmi da parte dopo tanti anni di sindacato. Sono segretario della Uil dal 2006. È inutile parlare di ricambio e giovani, se uno come me resta segretario per quindici anni». Ma Serafini non è un sindacalista qualsiasi. Stimatissimo oltre l’ambiente sindacale, è considerato una voce preziosa nel gruppo italiano. Profondo conoscitore dell’autonomia, della sua storia e dei suoi meccanismi, di tradizione socialista (l’addio al Psi con Tangentopoli), è un fiero sostenitore di un rapporto equilibrato tra i gruppi linguistici in Alto Adige. Un esempio su tutti, le sue intemerate contro la cancellazione dei toponimi italiani. «Non sparirò dalla Uil. Continuerò a dare il mio contributo, senza prevaricare chi verrà dopo di me», anticipa. Non lascerà a settembre, spiega, «perché temo che dopo ferragosto non verrà prorogato il divieto di licenziamenti. Prevedo un autunno molto pesante anche in Alto Adige, dal manifatturiero al turismo. Non è il momento di andarsene». Il prossimo segretario?«Magari sarà una segretaria. Mi auguro che sarà qualcuno che ci metta la faccia, studi le carte e conosca il territorio». FR.G.

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