Un «esercito» di 185 coop con oltre 2 mila dipendenti

A fine 2016 il valore della produzione ha toccato i 98,3 milioni (senza edilizia) Il settore sociale riveste un’importanza fondamentale: visita al centro Revitatex


di Maurizio Dallago


BOLZANO. Un piccolo esercito di 185 cooperative associate. Con i soci a quota 18.075 e 1.485 dipendenti, a cui aggiungere 684 persone con altre forme di contratto. Il valore della produzione che ha toccato a fine 2016 i 98,3 milioni di euro (escluse le coop di abitazione e parcheggio). Questi alcuni numeri di Legacoopbund che ha tenuto nei giorni scorsi la sua annuale assemblea. La suddivisione dei settori vede 46 cooperative nell’edilizia, 43 di produzione e lavoro, 73 sociali (tra tipo A e tipo B) 14 di servizi, 5 di parcheggio ed una a testa di garanzia, agricola, di consumo e di comunità. Inoltre con il fondo mutualistico «Start» si promuovono e finanziano le coop nella fase dello startup.

L’assemblea si è tenuta nel centro per lo smistamento di indumenti usati della cooperativa sociale Renovas di Egna. Due i quesiti emersi: è possibile creare lavoro con i vestiti usati? In che misura le cooperative sociali contribuiscono allo sviluppo economico dell’Alto Adige? Legacoopbund è, infatti, rappresentata soprattutto in questo settore: complessivamente l’associazione conta 185 cooperative associate in tutto l’Alto Adige, di cui 43 cooperative sociali di tipo A e 30 cooperative sociali di tipo B (circa 40% del totale delle coop sociali di questo tipo dell’Alto Adige). Queste ultime hanno come scopo principale l’integrazione lavorativa di persone svantaggiate: attraverso attività imprenditoriali in diversi settori - dall’agricoltura ai servizi - esse creano posti di lavoro, contribuendo al benessere della società. I dati più recenti riguardanti le cooperative associate a Legacoopbund sono stati presentati dal presidente Heini Grandi: «Nelle cooperative sociali di tipo B associate a Legacoopbund nel 2016 erano occupate 257 persone svantaggiate. Abbiamo osservato che negli ultimi anni il numero di queste persone occupate è aumentato progressivamente; ne deduciamo che il bisogno di posti di lavoro è in costante crescita».

Da poco proprio la cooperativa sociale Renovas, in collaborazione con la Caritas, ha aperto nella zona industriale di Egna il centro per lo smistamento di indumenti usati Revitatex. Soci e partecipanti hanno avuto l’opportunità di visitare il centro per lo smistamento, conoscere le attività della cooperativa Renovas e farsi un’idea di quelli che sono i risvolti della raccolta di indumenti usati in Alto Adige. «Fino ad ora la Caritas della Diocesi Bolzano-Bressanone vendeva tutti gli indumenti usati alla ditta Fws di Brema. Da quando è stato aperto il nostro nuovo centro smistamento indumenti usati a Egna, la Caritas affida tutti i tessuti, le scarpe e le borse a noi. Quest’anno nel nostro centro verranno smistate in tutto 500 tonnellate di vestiti usati. Mano a mano la quantità di merce consegnata nel nostro stabilimento aumenterà. Lo scopo è quello di smistare tutta la merce raccolta in Alto Adige in Bassa Atesina per rivenderla possibilmente a livello locale», spiega Matthias Spögler, socio del cda della Renovas.

Infine, anche l’assessore provinciale Christian Tommasini e il presidente del gruppo Oberalp Heiner Oberrauch hanno espresso parole di stima per il nuovo progetto della Renovas. L’imprenditore durante l’assemblea di Legacoopbund ha sottolineato l’importanza della responsabilità sociale delle imprese e nominato come esempio virtuoso le cooperative sociali. «Le cooperative sociali vivono grazie agli incarichi. È dunque importante che le istituzioni pubbliche vedano in esse dei validi partner e creino i presupposti affinché queste imprese possano affermarsi sul mercato», chiude Heini Grandi.













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