Welfare aziendale, nasce rete d’impresa

L’iniziativa di Assoimprenditori raggruppa dieci aziende con 2.700 dipendenti: dalla salute alla formazione, fino allo svago


di Renato Brianti


BOLZANO. Nasce "Rete Welfare Alto Adige", un’investimento sul welfare aziendale per rafforzare il benessere delle persone. È questa l’iniziativa accompagnata da Assoimprenditori Alto Adige, che raggruppa, attualmente, 10 aziende e i loro 2.700 dipendenti per un sistema che mette in rete la volontà delle aziende interessate a parteciparvi definendo un paniere di benefit, accessibile direttamente o tramite rimborso, su più categorie: salute, previdenza, assistenza, casa, scuola, wellnes, energia o shopping.

Le aziende, che coprono diverse tipologie di prodotti, sono diverse anche per grandezza e complessità. Parliamo di Acquaforst, Birra Forst, Ecorott, Intercable, Loacker, Roechling Automotive, Thun e Tpa. L’obiettivo è creare un vantaggio bidirezionale per aziende e dipendenti visto che i nuovi contratti integreranno sempre più il welfare aziendale con vantaggi sia fiscali che qualitativi evidenti. Grazie alle nuove disposizioni integrate nella Legge di stabilità infatti, i benefit erogati a titolo di welfare aziendale non verranno tassati e questo aumenterà la retribuzione reale per il dipendente.

«Abbiamo accompagnato questo progetto - esordisce Josef Negri, direttore di Assoimprenditori - intermediando con le aziende che hanno scelto di prendervi parte e questa piattaforma di dialogo cooperativo che integra i bisogni collettivi in ambito economico e sociale, porterà una ricaduta positiva anche sul territorio favorendo aggregazioni e collaborazioni e mettendo in luce la responsabilità sociale delle nostre aziende». «L’obiettivo - spiega Tamara Tonioni, presidente di Rete Welfare Alto Adige - è di adattarsi a una normativa che si è evoluta e che permette di retribuire i dipendenti con servizi di altra natura. Il vantaggio assoluto è il valore aggiunto per le imprese che abbatteranno così il costo del lavoro migliorando nel contempo il potere d’acquisto dei propri dipendenti». «Per molte aziende - conclude Tonioni - può diventare anche un sistema per attrarre personale qualificato».

Ma come funziona il progetto? «Le imprese aderenti - afferma poi Barbara Ambrogioni, responsabile per il gestore del servizio Willis Towers Watson - definiscono un paniere di benefit: beni, servizi o prestazioni, che il welfare aziendale può presentare ai propri dipendenti. Noi svilupperemo e gestiremo la piattaforma online anche personalizzandola alle singole esigenze e il budget di spesa assegnato dall’azienda ad ogni dipendente, consentirà ad ognuno di costruirsi autonomamente il proprio pacchetto personale tra i benefit disponibili». Qualche esempio? «Possiamo passare dalle spese mediche all’educazione o ai beni di consumo. L’obiettivo primario, oltre alla defiscalizzazione, è la fruibilità, perciò starà alle singole aziende scegliere i pacchetti più idonei alla propria struttura e ai propri dipendenti. Noi intanto abbiamo stilato un protocollo d’intesa studiando, insieme alle aziende, per garantire la massima disponibilità di servizi con il minore impatto».

È il direttore di Retimpresa Fulvio D’Alvia, a integrare il tema con altri numeri: «In Italia ci sono attualmente 3.697 contratti di rete che coinvolgono 19.000 aziende in programmi e progetti atti a migliorare la loro competitività. A questo panorama oggi si aggiunge questo nuovo strumento di politica industriale che potenzialmente potrebbe sviluppare anche altre sinergie di interazione. «È un rapporto "win-win" che coinvolge imprese, dipendenti e territorio. Entrare in questa rete consentirà anche alle aziende piccole di intervenire bypassando i costi di queste progettazioni altrimenti superiori ai vantaggi», chiude D’Alvia.













Altre notizie

Attualità