A Bassano le visioni e i sublimi sogni di Piranesi

In mostra a Palazzo Sturm dal 20 giugno al 19 ottobre

ROMA


(ANSA) - ROMA, 07 GIU - Le sue visioni e i suoi "sublimi sogni" - come li definiva lo scrittore Horace Walpole consigliandoli vivamente ai suoi studenti - e le sue "scene… impensabili perfino nelle Indie". E poi "i suoi palazzi sopra ponti, templi sui palazzi" e il suo scalare "il cielo con montagne di edifici". Il genio di Giambattista Piranesi, "architetto senza tempo", è al centro di una grande ed esaustiva mostra a Bassano del Grappa dal 20 giugno al 19 ottobre in occasione del terzo centenario della nascita (1720).

L'incredibile potenza grafica ma anche l'inquieto onirismo dell'artista di origini venete ma romano d'adozione, che conta a Bassano circa 570 opere, viene esposto nel quarto e quinto piano di Palazzo Sturm, spazi destinati alle esposizioni temporanee, inaugurati dopo l'ultima campagna di restauro, con la mostra di un altro gigante dell'incisione mondiale, Albrecht Durer.

La mostra - a cura di Chiara Casarin e Pierluigi Panza - propone tutti i capolavori grafici di Giambattista Piranesi patrimonio delle raccolte bassanesi. Un corpus completo che comprende incisioni sciolte e molte altre racchiuse in volumi ai quali si aggiunge la serie completa delle Carceri d'Invenzione proveniente dalle collezioni della Fondazione Giorgio Cini di Venezia.

Disegnatore, incisore, antiquario e architetto, Piranesi è considerato il più grande esponente dell'incisione veneta del Settecento. Giunto a Roma ventenne, iniziò la produzione delle celebri Vedute di Roma, raffiguranti ruderi classici e monumenti antichi, tra cui quelle presenti nelle collezioni di Bassano del Grappa. Creatore di un unico edificio, la chiesa di Santa Maria del Priorato a Roma, ha influenzato l'opera di architetti ma anche scenografi, pittori, poeti e scrittori. Tra i molti Marguerite Yourcenar volle dedicargli una biografia dove, a proposito delle Carceri scrive che si tratta di "una delle opere più segrete che ci abbia lasciato in eredità un uomo del XVIII secolo". (ANSA).













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