il lutto

Le foto della Regina incorniciano strade e stazioni di Londra

In fila per renderle omaggio a Buckingham Palace: «Un'icona»



LONDRA. Nell'era dei media digitali, oggi a Londra all'indomani dalla morte di Elisabetta II a metà mattinata non si trovava già più un quotidiano cartaceo.

Alla stazione di Victoria nel cuore della città non si trova una copia dei giornali che oggi portano in prima, tutti, il volto della sovrana scomparsa a 96 anni. L'immagine della regina compare però in una gigantografia su un tabellone luminoso, accanto al pannello di arrivi e partenze.

E da lì sembra dominare sulla lobby dello scalo ferroviario, sembra osservare il brulicare di londinesi, pendolari, commessi, operai, ragazzi della city, lo stesso variegato mondo che è cambiato sotto i suoi occhi in 70 anni di regno. L'immagine di Elisabetta II compare incorniciata alle fermate degli autobus: non manca turista che non si faccia un selfie.

Ci si avvicina a Buckingham Palace dove si è formata distintamente la fila diretta ai cancelli del Palazzo. I poliziotti danno indicazioni. In fila si parlano molte lingue. C'è chi ha con sé i bagagli: non vuole lasciare Londra senza salutare la regina. E poi ci sono i fiori, bouquet di tutte le forme e dimensioni.

Regina: nazione in lutto, oggi re Carlo a Londra

LONDRA. Mentre i resti mortali di Elisabetta II riposano per ora nell'intimità familiare della residenza scozzese di Balmoral, il Regno Unito si risveglia listato a lutto sotto shock, orfano dopo 70 anni della sua regina, spirata ieri 96enne. L'afflusso di gente decisa a renderle omaggio è ripreso con intensità dalle prime ore del mattino nei luoghi simbolo della monarchia, a cominciare dai cancelli di Buckingham Palace; mentre l'immagine della sovrana domina i media e molte attività pubbliche o d'intrattenimento entrano in una fase come di sospensione. Il centro della scena torna oggi a Londra, dove è in programma l'arrivo di Carlo, in veste di nuovo re, con accanto la neo regina consorte Camilla. E' previsto che Carlo III riceva la premier Liz Truss - designata appena tre giorni fa da Elisabetta come ultimo atto di un regno improntato al senso del dovere - e che diffonda un messaggio televisivo alla Paese in serata. Spetterà a lui approvare inoltre il programma definitivo delle commemorazioni che gli verrà sottoposto in giornata dal Duca di Norfolk, maestro di cerimonie di corte. Le indicazioni sono quelle di un periodo di lutto nazionale di 12 giorni, che va sancito dal governo, durante il quale il feretro di Elisabetta sarà esposto all'ossequio popolare nel Palazzo di Westminster (come capitò per ultima 20 anni fa sua madre, la Queen Mom, morta ultracentenaria nel 2002) e che i funerali solenni si svolgano nell'abbazia di Westminster il 12esimo giorno. Fin da oggi le bandiere nazionali con le insegne dell'Union Jack sono a mezz'asta ovunque nel Paese, con le campane della cattedrale di St. Paul (dove nel pomeriggio si terrà anche un primo servizio religioso in memoria della sovrana dinanzi a vertici del governo, esponenti politici e autorità varie), destinate più tardi a suonare a morto come a Westminster, nel castello di Windsor e altrove, accompagnate dall'eco di 96 salve di cannone che verranno sparate da Hyde Park. La proclamazione formale di Carlo è attesa invece domani, con il giuramento di lealtà dei parlamentari nelle sue mani. Mentre per l'incoronazione solenne, i tempi saranno più lunghi: tra alcuni mesi, dopo la fase del lutto.

La pioggia che arriva a tratti non scoraggia nessuno: si apre l'ombrello e si procede. Ci sono famiglie intere, alcune con bambini piccoli. Ci sono Izzy e Deborah, hanno vent'anni. Non sono londinesi, vengono dall'Essex e per oggi avevano già da tempo fissato un appuntamento per vedersi in città. Ma invece di fermarsi in un caffè a raccontarsi le loro storie, hanno comprato un mazzo di rose gialle per Elisabetta II. «Vogliamo salutarla - spiegano - È la fine di un'era. Noi non conosciamo altro. I nostri genitori non conoscono altro. È un'icona pop, è un'icona britannica. È una persona alla quale ci si sente vicine. Un'ispirazione» raccontano.













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