Manovra: in arrivo un salasso Irpef

A Bolzano sarà colpito il 54% della popolazione



BOLZANO. Dopo che il parlamento ha approvato la manovra, iniziano i calcoli per capire quanto inciderà sulle tasche degli italiani. Per quanto riguarda l’Alto Adige, i primi ad essere colpiti saranno i dipendenti pubblici per i quali il blocco del contratto è stato esteso dal 2013 fino al 2014. Inciderà invece relativamente poco il taglio alle pensioni d’oro, mentre colpirà gran parte della popolazione la riduzione delle agevolazioni Irpef.

IL CARO-IRPEF. La manovra introduce un taglio del 5% sulle agevolazioni Irpef nel 2013 e del 20% nel 2014. Quantificare questo taglio è complicato: ci ha provato l’economista e docente universitario Massimo Baldini. Dalle sue elaborazioni - che partono dal presupposto che col salire del reddito si riducono le detrazioni a cui si ha diritto - emerge come i più colpiti saranno i contribuenti con redditi tra i 12 mila e i 35 mila euro che dovranno pagare fino a 156 euro in più nel 2013 e oltre 600 euro in più nel 2014.

Brutte notizie per gran parte dei bolzanini. Nel capoluogo altoatesino i contribuenti sono 64 mila. Gran parte di questi - così si evince dai dati del ministero delle Finanze sulle dichiarazioni dei redditi 2010 (riferite all’anno di imposta 2009) - rientra proprio nelle fasce di reddito che secondo l’economista saranno le più colpite dalla manovra. Il 18,2% dei bolzanini ha infatti un reddito da 15 mila a 20 mila euro, il 19,5% da 20 mila a 26 mila e il 16,3% da 26 mila a 33.500.

TAGLI ALLE PENSIONI. La manovra, oltre a introdurre novità riguardo all’età pensionabile, da agosto taglierà le pensioni d’oro, quelle superiori ai 90 mila euro lordi annuali (previsto un contributo di solidarietà del 5% che raddoppia per le pensioni oltre i 150 mila euro annui lordi, oltre al blocco della rivalutazione per gli assegni superiori ai 2.337 euro mensili). L’Alto Adige tradizionalmente è area di pensioni basse (pesano i pochi contributi versati nell’agricoltura e in molte altre aziende familiari) ma non è bassa solo la media: sono poche anche le pensioni di importo elevato. I numeri comunicati da Antonio Giuseppe Morciano, direttore provinciale dell’Inps - che in Alto Adige versa 130 mila assegni previdenziali - confermano la bassa incidenza: «Il 35% delle nostre pensioni arriva a 460 euro mensili, il 27% è nella fascia 500-1.000 euro, il 20% in quella 1.000-1.500 euro, il 10% tra i 1.500 e i 2.000 euro. Solo l’8% supera i 2000 euro». E anche di questo 8%, solo una minima parte sarà interessata dal taglio.

DIPENDENTI PUBBLICI. I sindacati l’altro giorno hanno incontrato l’assessore provinciale al personale Thomas Widmann e il suo caporipartizione Engelbert Schaller. Dopo un periodo di forti polemiche legato alle dichiarazioni di Widmann sulla necessità di tagliare il numero dei provinciali, è ripreso il dialogo, ma poco più. «Gli spazi di manovra sono ridotti al minimo», fa sapere l’assessore. La Provincia aveva già cercato di aggirare il blocco della contrattazione pubblica durante l’ultimo anno, ma senza successo. Anche stavolta, dicono gli addetti ai lavori, non ci si potrà discostare dalla normativa nazionale. Questo significa che i contratti pubblici resteranno congelati per un anno in più rispetto a quanto previsto, ovvero fino al 2014 e non più solo fino al 2013. Colpiti dal provvedimento i 34 mila dipendenti pubblici: 18 mila sono provinciali (4.320 amministrativi, oltre 14 mila nei settori scuola e istruzione), poi ci sono i dipendenti di sanità e altri enti locali (Comuni, Ipes, Assb...) e i poco più di mille dipendenti statali.













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