MEDITERRANEO

Sea Eye e Sea Watch, trattativa indegna sui migranti

Organizzazioni umanitarie italiane chiedono un incontro a Conte per sbloccare la situazione

ROMA


ROMA. Sulla sorte dei migranti a bordo della Sea Watch e della Sea Eye "proseguiamo i contatti intensi con gli Stati membri", ieri nella riunione degli ambasciatori dei 28 ci sono state "discussioni costruttive", la posizione della Commissione, già espressa, resta che "gli Stati devono ora mostrare solidarietà concreta e le persone a bordo devono essere sbarcate in sicurezza e senza ulteriore ritardo": così il portavoce del presidente della Commissione Ue.

L'Unione europea dunque continua a lavorare per cercare una soluzione condivisa. Ieri sera l'annuncio che una decina di Paesi, tra cui anche l'Italia e la Germania, erano pronte ad ospitare alcuni dei 49 migranti bloccati da giorni al largo di Malta sulle navi Sea Watch e Sea Eye ma solo se La Valletta avesse aperto i porti. Il governo maltese però ha rilanciato chiedendo di ricollocare anche i 249 migranti salvati nei giorni scorsi. 

"Con gli scafisti e i trafficanti nessuna complicità". Lo ribadisce il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini sottolineando che sta lavorando "per diminuire ancora gli sbarchi, agevolare gli arrivi via aereo di chi scappa davvero dalla guerra con i corridoi umanitari e moltiplicare le espulsioni". Secondo i dati del ministero dal 1 gennaio ad oggi nessun migrante è sbarcato in Italia mentre nello stesso periodo dell'anno scorso sono stati 453. 

Arrivano notizie dalla nave. "Per il diciottesimo giorno siamo ostaggio in mare dei governi europei. La situazione è tesa ma almeno tutti mangiano di nuovo": è l'ultimo messaggio giunto via Twitter dalla Sea watch questa mattina, riferito ai 49 migranti soccorsi da due navi, la Sea Watch 3 e la Sea eye, da 18 giorni in attesa di un permesso di sbarco in un porto europeo del Mediterraneo. Alcuni migranti avevano cominciato ieri a rifiutare il cibo, esasperati dalle condizioni a bordo, ma oggi hanno ricominciato a mangiare. Intanto i media internazionali si sono raccolti negli uffici di Sea Watch a Berlino dove è in corso una conferenza stampa.

E intanto da Berlino Gorden Isler, dirigente di Sea Eye sottolinea: "È indegno, vergognoso che si tratti sulle singole persone. Si ha l'impressione di un tavolo di poker sui destini della gente".

Il documento. "Dopo 5 giorni dal nostro appello allo sbarco immediato dei 49 migranti a bordo delle navi Sea Watch e Sea Eye, bambini, donne e uomini non hanno ancora toccato terra e restano ostaggio di una disputa tra Stati. Chiediamo con urgenza al Presidente Giuseppe Conte un incontro per chiarire i passi intrapresi dall'Italia per sbloccare la situazione e la posizione del nostro Paese sulla vicenda". E' il messaggio inviato oggi in una lettera al Premier da parte delle Organizzazioni che il 3 gennaio avevano lanciato un appello all'Italia e ai Paesi membri dell'Ue per sollecitare lo sbarco.

I firmatari sono: A Buon Diritto Onlus, Acli, ActionAid, Amnesty International, Arci, Asgi, Avvocato di Strada, Focus - Casa dei Diritti Sociali, Cnca, Centro Astalli, Cir, Comunità di S.Egidio, Emergency, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia - Fcei, Salesiani per il Sociale, Intersos, Medici Senza Frontiere, Médecins du Monde, Missione, Medici per i Diritti Umani,Oxfam,Save the Children,SenzaConfine, Terre des Hommes.

 













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