Gimbe, le scadenze del Pnrr rispettate ma c'è il nodo del personale



<p><strong>Le scadenze previste dalla Missione Salute del Pnrr fino a oggi sono state in larga parte rispettate</strong>. Il ritardo maggiore si riscontra nel raggiungimento di un primo obiettivo di pazienti che ricevono assistenza domiciliare, che è stato differito di 12 mesi, da marzo 2023 a marzo 2024. Altri quattro obiettivi sono stati procrastinati di sei mesi (da giugno a dicembre 2023). È quanto emerge dal monitoraggio condotto da Fondazione <strong>Gimbe</strong> sullo status di avanzamento della Missione Salute del Pnrr. <br />    "Al momento i ritardi sulle scadenze italiane non sono particolarmente critici, fatta eccezione per il mancato raggiungimento del target "Nuovi pazienti che ricevono assistenza domiciliare (prima parte)", osserva il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta. "In dettaglio, entro marzo 2023 avrebbero dovuto essere assistiti in Adi 296 mila pazienti over 65: lo slittamento di 12 mesi della scadenza lascia intendere che i tempi per colmare il ritardo non sono immediati", aggiunge Cartabellotta secondo cui, le difficoltà derivano soprattutto dalle "enormi differenze nella capacità delle Regioni nell'erogare l'assistenza domiciliare, ambito in cui la maggior parte di quelle del Centro-Sud era già molto indietro".</p> <p>Resta aperta la partita della riorganizzazione della sanità territoriale (il cosiddetto DM77). A oggi rispetto alle 1.430 case della comunità da attivare entro il 2026, ne sono state attivate 187. Delle 611 centrali operative territoriali, da attivare entro il 2024, ne sono in funzione 77; dei 434 ospedali di comunità, da attivare entro il 2026, ne sono stati aperti 76. Gli obiettivi, però, potrebbero però essere rivisti: la scorsa estate è stata inviata alla Commissione Europea una proposta di rimodulazione degli obiettivi del Pnrr in questo ambito, che chiede di espungere 414 case di comunità, 76 centrali operative territoriali, 96 ospedali di comunità. Criticità importanti anche per il personale. "Per attuare il DM77 bisogna mettere in campo coraggiose riforme di sistema, finalizzate in particolare a definire il ruolo e le responsabilità dei medici di famiglia; in secondo luogo, serve un potenziamento adeguato del personale infermieristico, oltre a investimenti certi e vincolati per il personale sanitario dal 2027; infine, occorre supportare le Regioni meridionali per colmare i gap esistenti tra Nord e Sud", dice Cartabellotta. "Più in generale la politica è chiamata a confermare l'impianto del DM77 e di inserirlo in un quadro di rafforzamento complessivo della sanità pubblica. Purtroppo, da un lato le proposte di rimodulazione del Pnrr, dall'altro le previsioni della Nadef 2023 sulla spesa sanitaria e la legge di Bilancio 2024 non sembrano affatto andare in questa direzione", conclude il presidente Gimbe.<br />   </p>









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