CALCIO

Alto Adige, il morale resta alto in un campionato «a sorpresa» 

La prova comunque positiva, primo tempo a parte, sabato pomeriggio ha lasciato intatte le ambizioni Intanto il livello e la classifica si equilibrano con le delusioni delle ex grandi attese Vicenza e Bassano


di Filippo Rosace


BOLZANO. Tranquilli, si riparte! Per l’Fc Alto Adige la striscia positiva si è interrotta nel freddo pomeriggio prefestivo del “Lino Turina” di Salò, brividi climatici che comunque hanno rivaleggiato con il calore delle emozioni che la sfida con la Feralpisalò ha saputo regalare. Almeno quelle del secondo tempo, durante il quale è venuto fuori tutto l’animus pugnandi dell’Alto Adige, un concentrato di carattere, determinazione e, ovviamente, gioco, che nel mettere alle corde l’avversario ha capitalizzato un gol, due legni e una situazione da calcio di rigore (netto fallo su Costantino) sulla quale l’arbitro Di Cairano ha liberamente svolazzato.

Un secondo tempo giocato alla grande dagli uomini di Zanetti, ma che non è stato sufficiente per ribaltare la situazione, compromessa nella prima frazione con i due gol beccati in rapida successione, cagionati da altrettante amnesie difensive.

Lo stop imposto dai leoni del Garda è uno di quelli che non fanno male perché maturato al termine di una prestazione convincente e al cospetto di una compagine ritenuta, non a torto, tra le grandi di questo torneo. Concetti rafforzati anche dalla dichiarazione rilasciata dal mister padrone di casa, Serena, al termine della partita: «abbiamo conquistati tre punti importanti contro una gran bella squadra che ha dimostrato la sua forza. Negli ultimi dieci minuti abbiamo sofferto e ci stava perché l'avversario ha reagito al doppio svantaggio. Per settanta-ottanta minuti abbiamo giocato un ottimo calcio, dobbiamo puntare ad aumentare questo minutaggio ma se in questa frazione arrivano due gol contro una squadra forte come l’Alto Adige è tutto di guadagnato».

La sconfitta di Salò riporta l’Alto Adige ai confini della zona playoff ma sempre all’interno della zona aurea, nella quale hanno trovato spazio compagini che, poco tempo addietro, si ritrovavano non solo fuori ma addirittura ai margini della zona che scotta: un nome su tutte, quello della Reggiana. Tutto questo a conferma del fatto che questo campionato rimane uno dei più equilibrati degli ultimi anni.

Questa sera, al termine del posticipo Padova-Fermana, sapremo se i veneti avranno messo ulteriori spazi tra il loro stemma e quello del Renate, prima inseguitrice.

Squadra del Santo a parte, che tra l’altro non sta facendo altro che confermare le previsioni della vigilia, il dato più “sconcertante” (sportivamente parlando) arriva dal Vicenza. Retrocessa dalla cadetteria, la società biancorossa aveva disegnato una strategia che consentisse di riconquistare immediatamente il palcoscenico che conta. Invece i dati fin qui registrati evidenziano una crisi pesante, un vento impetuoso che ha abbattuto i proclami di vittoria: a oggi le ambizioni del Vicenza languono in quattordicesima posizione. Vicenza al quale non è bastato l’avvicendamento in panchina tra il nuovo Torrente e l’esonerato Colombo per evitare la sconfitta casalinga patita ad opera del Ravenna (prossimo avversario dell’Alto Adige).

E sempre dalla provincia vicentina arriva la seconda delusione, quella del Bassano che, dopo un inizio travolgente, nelle ultime giornate con una sequenza di risultati negativi culminati con la sconfitta di sabato con il Gubbio, è uscito dal giro che conta. Quelli di Vicenza e Bassano sono, a nostro avviso, alcuni degli esempi più evidenti di quanto questo campionato stia esprimendo valori livellati. Altri indizi che avvalorano la testi arrivano dalle perfomance del Fano, che nell’ultimo turno ha zittito le pretese della Triestina di Sannino. I marchigiani non pretendono di ambire a una delle nove poltrone dei playoff ma certamente rappresentano una delle “mine vaganti” capace di far saltare in aria ogni sicurezza.

Insomma questo campionato appare tutt’altro che scontato ma aperto a ogni possibile soluzione. Scenario garantito dalla “regia” di quell’equilibrio che, al momento, valorizza le compagini che hanno fame di risultati piuttosto che quelle “grandi firme”. Tra le prime c’è anche l’Alto Adige di mister Zanetti, il cui spirito garibaldino espresso in queste ultime otto giornate (anzi sette e mezzo togliendo il primo tempo di sabato) potrebbe garantire lo sviluppo di un nuovo futuro.













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