Bolzano: Stefano e Matteo, papà e figlio campioni nel motocross

Il ragazzino ha 10 anni. «Il segreto? Ci divertiamo»


Alessandro Zucali


BOLZANO. Una passione tramandata di padre in figlio.
Il motocross per Stefano e Matteo Brusinelli, padre e figlio, è una passione che li accomuna con ottimi risultati dentro e fuori l'ambito familiare.
Residenti a Bronzlo, sono reduci dalla vittoria nel campionato regionale di motocross nelle rispettive categorie: il giovane papà 38enne insieme con il giovanissimo figlio di 10 anni, che già manifesta i tratti di una personalità sicura e determinata, si distinguono non solo per l'elevato tasso tecnico delle loro prestazioni ma anche per la semplicità e il sano spirito umano e sportivo con cui raggiungono certi risultati.
Quando lo sport riesce a scrivere racconti di tale bellezza si comprende come sia capace di andare al di là del mero esercizio agonistico diventando un'insostituibile palestra di vita".
Stefano Brusinelli, condividere oggi questa passione col proprio figlio è un premio alla carriera, come vive tutto questo?
"Con rinnovato entusiasmo, senz'altro. Dopo vent'anni di agonismo condividere con Matteo l'amore per il motocross è motivo di vera gioia, ma anche di rinnovato impegno. In tal senso ci è di determinante aiuto, sia economico che umano, il Moto Club Fer.Lu Racing di Bronzolo. Fare attività a certi livelli non è facile se non hai chi ti sostiene".
E Matteo come vive questo momento?
"Con contagioso entusiasmo, ma anche con quel senso di responsabilizzazione che ho da subito voluto insegnargli. Non solo correre in sella ad una moto, ma iniziare ad occuparsi della manutenzione della stessa, della pulizia. Ad esempio il filtro dell'aria Matteo se lo cambia da solo, così come si regola il manubrio ed altri dettagli sulla moto, ovviamente con la mia supervisione".
In molti nell'ambiente considerano Matteo un talento, un'autentica promessa del cross italiano, che ne pensa il papà?
"Lascio dire e ringrazio per le belle parole; per ora Matteo non lo considero né un talento né un non talento, ma un ragazzino bravo che deve vivere questo sport come un divertimento, un gioco ed imparare da questo sport per crescere non solo agonisticamente".
Matteo peraltro è già un esperto, nonostante l'età...
"
I effetti ha iniziato ad andare in moto a soli 3 anni, a 2 anni girava senza rotelle in bicicletta, che bei ricordi. Con l'agonismo ha iniziato quando la Federazione ci ha dato il benestare, ovvero due anni fa"
Subito con evidenti affermazioni peraltro...
"Sì, al primo anno è diventato vicecampione regionale, quest'anno lo ha vinto in mezzo a 26 avversari, tutti davvero bravissimi".
Siete sempre insieme, il calendario delle sue gare viaggia in concomitanza con quello dei debuttanti e dei cadetti. E la vostra famiglia vi segue?
"Ho una moglie fantastica che si è da subito appassionata al motocross quando ci siamo conosciuti quasi vent'anni fa ed oggi ad ogni gara si viaggia e si sta tutti insieme, compresa la nostra piccola Chiara di 4 anni.
Quanto vi allenate nell'arco di un mese?
"Noi non ci alleniamo, ci divertiamo. Comunque facendo circa una ventina di gare a stagione tra campionato regionale e quello Nord-Est ci rimangono inevitabilmente pochi weekend per andare a provare".
Stefano, ma con se stesso si è mai fatto un sogno ad occhi aperti dove suo figlio brillava a livello internazionale?
"Non nascondo la possibilità che Matteo possa arrivare in alto, le capacità e la sana determinazione non gli mancano di certo. E farò di tutto affinchè lui possa, se lo vuole, continuare a correre. Ma adesso desidero per lui solo due cose, due priorità".
Quali?
"La scuola, innanzitutto, quindi il motocross inteso essenzialemente come divertimento, perchè tale deve restare per un ragazzino della sua età. Poi crescendo si vedrà".













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