Calcio, ammutinamento al Caldaro: «L'etnia? Non c'entra»

Non si placa il polverone sulla squadra dopo l'abbandono del gruppo di italiani in seguito alla protesta dei tedeschi. Giocatori contro Heidegger


Matteo Igini


CALDARO. Sul Caldaro, squadra di Prima Categoria, si è sollevato un polverone, che ha portato agli addii di giocatori del calibro di Bertoldi, Salviato e Turri e dell'allenatore Giuliano Piccoli in seguito alla spaccatura dentro lo spogliatoio: alcuni giocatori del posto non hanno digerito l'arrivo di Turri, che sarebbe stato il quinto "esterno" nella rosa.  E ora parlano proprio i giocatori del Caldaro, che rispondono così alle dichiarazioni rilasciate al nostro giornale dal presidente Hermann Heidegger: «Lo sport dovrebbe unire, non dividere», aveva detto Heidegger, che tra qualche settimana si dimetterà dalla carica.  «Alla base delle difficoltà - spiegano attraverso una nota - non c'è nessun problema etnico. Mai nella squadra si sono verificati episodi riconducibili a tale problematica. E la prova è testimoniata dalla presenza nella nostra rosa di Fabio Begher e Daniel De Cristofaro, che hanno deciso di fare ancora parte del gruppo. Questa è la conferma del fatto che non esistono problemi fra i vari gruppi linguistici all'interno del nostro spogliatoio. Nel gruppo ci sono ragazzi del posto che hanno genitori di madrelingua italiana e questo rende priva di fondamento ogni accusa di discriminazione nei confronti degli italiani: i problemi sono nati solo ed esclusivamente tra i giocatori locali e il presidente Hermann Heidegger».  Ma quali sono i problemi? A questa domanda, però, preferiscono non rispondere. Dopo un girone d'andata chiuso al comando, il Caldaro si è bloccato nel ritorno e ha perso la vetta della classifica. Il caos è scoppiato quando la società ha deciso di intervenire nuovamete sul mercato, tesserando prima del girone di ritorno un attaccante (Turri). A questo punto, secondo alcuni giocatori del posto, gli "esterni" sarebbero stati troppi. Così sono nati i problemi e qualcuno del posto ha consegnato la borsa. Vista la situazione, la scorsa settimana Bertoldi, Turri, Salviato e mister Piccoli, assieme al suo vice Carlo Mannis, hanno lasciato la squadra. Una squadra che ora è più "indigena".













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