Caldaro: cento ragazzi in campo a scuola di portiere

Il preparatore della Lazio Grigioni: «Il ruolo era in crisi ma si sta risollevando»


Matteo Igini


BOLZANO. Il ruolo del portiere è in crisi? Ma quale crisi. La smentita arriva direttamente dal campo di Castelvecchio, teatro del secondo "stage per preparatore dei portieri", organizzato da Michele De Bernardin, allenatore dei numeri uno dell'Fc Alto Adige, in collaborazione con la stessa società di via Cadorna, l'Sv Caldaro e l'Aiac regionale. Provenienti da tutto il Nord Italia, erano, infatti, ben novantuno i partecipanti al corso, che hanno seguito con interesse i consigli e le spiegazioni dei due "prof", ovvero gli allenatori dei portieri Adalberto Grigioni (prima squadra della Lazio) e Luigi Ragno (settore giovanile del Milan), e anche di Andrea Tonelli, preparatore atletico dell'Fc Alto Adige. Abbiamo colto l'occasione per parlare di questo delicato ruolo con Grigioni.
Quello del portiere è un ruolo in continua evoluzione?
"Certamente. E' cambiato totalmente l'aspetto tecnico, ma anche l'atteggiamento. Il ruolo si è evoluto col tempo, anche a causa della variazione del regolamento. E anche per noi preparatori è cambiato tutto, visto che ci sono state diverse innovazioni".
E' anche un ruolo in crisi?
"Diciamo che c'è stata una crisi, ma ora si sta riprendendo. Sento dire che in alcuni vivai c'è molta qualità e nelle nazionali giovanili gli elementi interessanti non mancano. Comunque, rispetto ad anni fa, c'è sicuramente più difficoltà nel far esplodere qualche talento".
Come mai? E' colpa di questa mania di prendere portieri stranieri?
"Sì. Le società decidono di acquistare portieri all'estero e logicamente la scuola italiana ne risente".
Perché preferiscono puntare su portieri stranieri, invece che lanciare i nostri?
"Non so se sia una questione di costi. Comunque, i portieri sudamericani hanno una grande qualità: hanno carattere. Non subiscono pressioni, al contrario di alcuni portieri italiani, che hanno difficoltà nel confrontarsi con le critiche e a causa delle pressioni non riescono ad esprimersi al meglio. E' forse anche per questo motivo che i presidenti vanno a caccia di numeri uno all'estero. A livello tecnico, però, i sudamericani possono solo imparare dai nostri. Un altro punto a favore degli stranieri, invece, riguarda l'esperienza. Prendete Muslera, che alleno alla Lazio: quando è arrivato in Italia aveva 21 anni, ma aveva già alle spalle presenze in competizioni importanti".
Qual è una delle caratteristiche più importanti che deve possedere un portiere?
"E' fondamentale che sappia leggere l'azione. Se sei in ritardo sulla lettura allora vai in affanno. Ma questa è una caratteristica che non si può allenare: possiamo provare a migliorarla, ma ci sono certe cose che o si hanno nel DNA oppure no. E un portiere come Peruzzi questa grande caratteristica ce l'aveva".
Chi è il più forte portiere in questo momento?
"Buffon è da sempre una spanna sopra gli altri. Poi ci sono sempre i vari Cech e Casillas, ma anche Julio Cesar. Chi si sta avvicinando a loro è un portiere olandese: Stekelenburg, dell'Ajax, che a me piace moltissimo".
E i giovani italiani?
"Sicuramente vanno menzionati Viviano e Marchetti, mentre in serie B promette bene Frison del Frosinone".

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