Coni a rischio squalifica:  Giochi 2020 “vietati” 

Sospensione nell’aria. Il Comitato Olimpico Internazionale chiede all’Italia di modificare la legge sulla riforma della sport. Tempi ristretti. Quale sarà il rappresentante del Governo?


MARCO MARANGONI


Bolzano. L’apertura della crisi di Governo ingarbuglia e peggiora la situazione per arrivare ad una rapida soluzione al Comitato Olimpico Internazionale al fine di evitare una clamorosa sospensione dello sport italiano dalla famiglia olimpica. Il massimo organo sportivo mondiale nella chiara lettera inviata al presidente del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, Giovanni Malagò aveva ammonito, a seguito dell’approvazione in Senato della legge delega sulla riforma dello sport e quindi del riordino del Coni, una serie di violazioni alla Carta Olimpica. Perché? La legge dello Stato contravviene sia al paragrafo 5 dei Principi Fondamentali dell’Olimpismo che all’articolo 27 (e commi successivi) del paragrafo 7 dove “i Noc (comitati olimpici nazionali) devono preservare la propria autonomia e resistere a pressioni di qualsiasi tipo, incluse quelle politiche” ricordando la possibile sospensione “se la costituzione, la legge o altre norme in vigore nella Nazione in questione, sia ostacolo all’attività o alla libera espressione del Noc stesso”.

Serie preoccupazioni

Il CIO ha espresso “serie preoccupazioni” a seguito di quello che di fatto è uno svuotamento del Coni ‘accusandolo’ di non aver “preservato la propria autonomia e resistito a pressioni di qualsiasi tipo”. Nello stesso tempo il CIO, che conosce chi ha messo in atto la riforma, corre in aiuto, pronto ad un incontro “urgente” con Coni e Governo italiano. Sarà in Svizzera a settembre ma la grande perplessità con quale rappresentante del Governo? Il CIO non ha ancora fissato un termine perentorio affinché l’Italia modifichi la sua legge ma i tempi sono comunque stretti: si mormora circa 60 giorni. C’è da aggiungere che un governo tecnico di norma assegna solo ministri con portafoglio e quindi la delega allo sport passerebbe in secondo o terzo piano. Ad occuparsi transitoriamente allo sport nazionale potrebbe essere proprio un uomo di sport e nello stesso di politica come, per esempio, uno dei due ex presidenti del Coni, Mario Pescante o addirittura Franco Carraro che è ancora membro CIO.

Losanna c’attende

Il mese prossimo a Losanna si attendono Malagò ma soprattutto un membro del Governo che in quel momento si occupi di sport e che possa rassicurare al CIO quelle modifiche necessarie per ridare indipendenza al comitato olimpico nazionale. E se così non sarà, quale sarà la strada? Il numero uno dello sport mondiale, il bavarese Thomas Bach, oro olimpico nella scherma nel ’76 a Montreal, stimatore di Malagò e del nostro Paese, dovrà mettere da parte i sentimenti, rifarsi alla Carta olimpica – una sorta di Magna Carta – ed avviare la procedura di sospensione del Coni, ente che è unico garante dello sport in Italia difronte alla struttura che lui presiede.

La prima ripercussione della squalifica riguarderebbe gli atleti italiani sotto i 18 anni che ai Giochi olimpici invernali di categoria nel gennaio 2020 nella città dove il CIO ha sede, Losanna, gareggerebbero sotto i colori della bandiera bianca con i cinque cerchi olimpici. La sospensione potrebbe intaccare successivamente anche le Olimpiadi estive di Tokyo 2020 alle quali parteciperebbero solo atleti italiani qualificati e a titolo individuale, non le squadre.

I precedenti

Nella storia non sarebbe la prima volta. Nel 1980 in occasione delle Olimpiadi di Mosca toccò a Pietro Mennea, Sara Simeoni, Patrizio Oliva, Ezio Gamba e compagni. I motivi furono decisamente diversi dall’attuale problematica interna alla Nazione: il boicottaggio promosso dagli Stati Uniti contro l’invasione dell’Unione Sovietica in Afghanistan.

L’altro grande rischio, ben più grave, riguarderebbe l’Olimpiade invernale di Milano-Cortina del 2026. Con il Coni sospeso, la Svezia con Stoccolma-Aare, avrebbe il diritto di ricorrere al Tribunale Arbitrale dello Sport (CAS) di Losanna e chiedere i Giochi del 2026 essendo stata l’unica candidata avversaria di Milano-Cortina alle votazioni del 24 giugno scorso. Meglio non pensarci.













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