Difesa e contropiede, il segreto del successo 

Gara 7 di finale si gioca sui dettagli e i Foxes sono più concentrati. Il solito grande Tuokkola



SALISBURGO. Una gara 7 di finale si gioca sui dettagli, sull'attenzione spasmodica in ogni angolo della pista. Energie ce ne sono poche, qualcuno ne ha di più, qualcuno di meno, e allora per chi, come i biancorossi, imposta una gara di contenimento votata al contropiede le cose riescono meglio. Il film del Volksgarten è subito chiaro a tutti. Nessuna sorpresa, tutto come da copione. Salisburgo prova a schiacciare il piede sull'acceleratore, a giocare il disco e a trovare situazioni ideali per un tiro pulito, sfruttando magari un rimbalzo. Nei primi minuti si gioca quasi sempre dalle parti di Tuokkola, i Red Bull mettono tanta foga, ma faticano ad imprimere il giusto ritmo e a entrare in maniera pulita nel terzo offensivo. Bolzano gioca di rimessa, ma sbaglia pochissimo, nella gestione del disco in zona di difesa è ottimale e quando non ci sono varchi per partire in contropiede è subito tempo per sfruttare il cambio di linee. Suikkanen cronometro in mano controlla tutto, è soddisfatto, i suoi eseguono alla lettera tutte le indicazioni: mettere pressione sul portatore di disco, pulire lo slot nei momenti di difficoltà , insomma c'è da badare al sodo e magari non disdegnare qualche capatina in avanti. Il momento chiave del primo tempo è il 2+2 rimediato da DeSousa: il powerplay di Salisburgo è una macchina che in gara 6 però ha fallito su tutti i fronti. Bolzano ha il merito di non perdere mai la testa, concede qualche tiro pulito e quando c'è da coprire e proteggere Tuokkola tutti si fiondano a protezione del fortino. Succede da una parte, anche in parità numerica, dall'altra però qualcosa non va. Bolzano trova due reti preziosissime, sfruttando per due volte un rimbalzo. Prima Monardo, poi DeSousa, tagliano fuori la difesa e infilano nel sacco, approfittando di una scarsa comunicazione tra i terzini dei Red Bull. Viveiros e Raymond, su tutti, non fanno il loro dovere. In neutra poi Bolzano è molto risoluto, come sempre. La nota del primo drittel: Bolzano è cinico e in quasi sette minuti con l'uomo in meno è sempre efficace. Nel secondo drittel la musica è la stessa, la differenza però la fa il penalty killing biancorosso, che fino alla fine non concederà nulla, sporca tantissimi tiri, rovinando linee di passaggio. Bolzano ha il merito di blindare la neutra, ha più benzina nelle gambe, gioca di rimessa, colpisce ancora in contropiede e poi lascia giocare e sfogare l'avversario. Tiri puliti, mai però la grandissima chance che potrebbe anche cambiare il corso della serata. Nel terzo drittel le reti di Viveiros e Mueller fanno paura. Bolzano è alla frutta, ma anche i Red Bull. La serata è un trionfo. Decide il cuore, ma Suikkanen ha stravinto il confronto diretto con Greg Poss, disegnando una partita perfetta, con poche mosse, impeccabili. Difesa, ordine, pressione sul portatore di disco, penalty killing da leggenda e tanto, tantissimo cuore. Conta anche quello in serate come queste. Dove c'è un titolo da conquistare e bisogna essere perfetti. Il capolavoro biancorosso è tutto qui. Suikkanen da leggenda, artefice di un collettivo straordinario. Chapeau Bolzano. E' successo ancora. (laco)













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