Enea cervello e cuore  Morbidelli in agrodolce 

Ai microfoni. Il riminese neoiridato ha tenuto Lowes nel mirino e gestito le gomme: «È un sogno  che si avvera». Il pilota della Yamaha Petronas sul podio della classe regina: «Un po’ sfortunati»



Portimão. «È fantastico per me. Non so dire bene quale siano le mie sensazioni al momento. È stata una stagione straordinaria e difficile a causa del Covid. Oggi, però, sono campione del mondo e voglio dedicare questo trionfo al mio team, alla mia ragazza e a tutti i ragazzi perché è la miglior giornata della mia vita. Anche la mia moto è molto contenta». Enea Bastianini, campione del mondo della classe Moto2 ottenuto grazie al 5° posto ottenuto nel GP del Portogallo, è raggiante alla fine della prova. «Devo ancora realizzare il tutto - continua il riminese -, oggi è difficile trovare le parole ma è un sogno che si avvera. Gestire tutto non è stato facile ma quando ho visto che gestivo l’usura delle gomme ho provato a rimanere attaccato al 4° per diventare campione del mondo. Poi ho visto Lowes 3° e mi sono accontentato del 5° posto. Voglio ringraziare anche la Dorna che quest’anno ci ha fatto correre».

MotoGP.

Nella classe regina, terzo Franco Morbidelli con la Yamaha Petronas: «È bello chiudere questo meraviglioso campionato con un podio. Abbiamo avuto un po’ di sfortuna. Non avevamo tutti gli occhi su di noi ma questo ci ha aiutato a concentrarci di più e a lavorare meglio. Voglio ringraziare il team e la Yamaha, alla fine abbiamo fatto un lavoro magnifico. Sono stato al limite per tutta la gara. All’inizio ho visto che Oliveira era intoccabile oggi quindi ho cercato di spremere tutto il potenziale dalla moto. Miller è rimasto con me ed è riuscito a mettere le sue ruote davanti alle mie all’ultimo, io non sono riuscito a risuperarlo. Ora è il momento di riposare e pensare all’anno prossimo». A propositi di anno prossimo: Miguel Oliveira, vincitore sul circuito di casa, si dice pronto a giocarsi il mondiale nel 2021, «ma per farlo bisogna salire tante volte sul podio. Quest’anno abbiamo visto che ci sono molti piloti in grado di vincere gare indipendentemente dal fatto che guidino moto ufficiali o satellite. Nel 2021 la lotta per il titolo sarà ancora più serrata. Oggi volevo vincere la gara, volevo partire e non guardarmi indietro. Gestire le gomme e il vantaggio è stato difficile, sono molto contento. Questa moto si può guidare in diversi modi; su questa pista devi guidare in maniera molto morbida - ha proseguito il pilota della Ktm -. Nelle gare nelle quali ho finito quinto o sesto ho sempre avuto la sensazione di poter fare di più. Ma anche questo ci serve per migliorare l’anno prossimo. La nostra moto è performante in tutti i circuiti, ci serve solo il tempo per mettere tutto a posto». A festeggiare c’è anche Gigi Dall’Igna, direttore generale Ducati corse ai microfoni di Sky Sport, dopo la conquista del titolo costruttori MotoGP da parte della casa italiana. «Vincere un campionato del mondo è fondamentale, soprattutto per un costruttore, perché dimostra la tecnologia che si è riuscita a sviluppare in questi anni. La cosa più importante è sviluppare tecnologie: Ducati in questo è senza dubbio avanti e lavorerò affinché continui ad esserlo anche in futuro. Dal mio punto di vista ho chiari i punti sui quali lavorare per cercare di essere ancora più competitivi per cercare di portare a Borgo Panigale anche l’altro mondiale».

Moto3.

«Ho dato tutto, non potevo fare di più. Ho provato anche lo scontro con Ogura. Siamo la prima Honda e vice campioni». Così Tony Arbolino, 5° nel GP di Portogallo della Moto3. Un risultato che non permette al pilota italiano di conquistare lo scettro di campione del mondo, finito nelle mani di Albert Arenas. «Rivorrei correre la prima gara di Aragon, ma non posso dormire male stanotte perché ho dato il 200% dalla prima gara».













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