Eydallin, rapace sul Marmotta

Val martello. Da ieri c’è un altro gipeto che si aggira nell’alta Val Martello. Ce lo consentirà Matteo Eydallin, vincitore del Marmotta Trophy ed ora capoclassifica della Coppa del Mondo “individual”...



Val martello. Da ieri c’è un altro gipeto che si aggira nell’alta Val Martello. Ce lo consentirà Matteo Eydallin, vincitore del Marmotta Trophy ed ora capoclassifica della Coppa del Mondo “individual”?

Il raro avvoltoio reintrodotto nel Parco dello Stelvio ieri volava curioso sopra il serpentone di skialper. È uno dei rapaci più longevi, Matteo ha 36 anni e corre da oltre 20 anni, Matteo ha la barba e il gipeto si chiama ‘barbuto’, Matteo non ha pietà degli avversari e il gipeto è un predatore che non perdona, è scritto che il gipeto in picchiata è abile come l’aquila reale, e anche Matteo lo è.

Insomma, il Marmotta Trophy ha un altro grande protagonista, il piemontese di Saulze d’Oulx che mai aveva trovato una giornata simile sul duro percorso della Val Martello, assurto per la quarta volta a prova di Coppa del Mondo: 18,5 km, 1900 metri di dislivello e partenza dall’ex Hotel Paradiso, il rudere dove si racconta le SS abbiano nascosto un vero e proprio tesoro, mai ritrovato. Ma gli azzurri ieri di oro hanno fatto incetta, e anche di argento.

Eydallin primo davanti allo svizzero Bonnet e ad Antonioli, negli Under23 Prandi oro davanti a Guichardaz (che è valdostano) e pure Giulia Murada davanti alla trentina Giorgia Felicetti, ma c’è una doppietta anche negli Under20 con Samantha Bertolina e Lisa Moreschini. Poi mettiamoci l’oro virtuale di leaders di Coppa del Mondo “overall” di Antonioli, di Bertolina, di Murada e di Prandi e della “Individual” di Eydallin, Prandi, Murada e Bertolina. Basta così? No, una bella medaglia d’oro spetta anche al comitato organizzatore di Martello, perché una gara così in Coppa del Mondo se la sognano in tanti, e sono parole di molti atleti e tecnici.

La cronaca, con tutti questi risultati d’oro e d’argento, passa in secondo piano. La gara maschile senior ha preso forma dopo la prima salita in cui Eydallin ha controllato la situazione “volando basso”. Al cambio pelli dopo la seconda salita, a 2970 metri dove guardandosi attorno si possono ammirare il Gran Zebrù (3857 m), il Cevedale (3.769), l’Ortles (3.905), Eydallin si è girato, era solo, una tuta rossocrociata lo inseguiva, ma leggermente distante e attaccato da una sfilza di tute azzurro Karpos, quelle della nazionale italiana.

Facile pensare che l’alpino di Saulze d’Oulx a quel punto si sia sentito “aquila reale” e si sia tuffato in discesa a tutta, ovviamente in fuoripista perché in Val Martello non ci sono nè impianti nè piste. Lo svizzero Bonnet non ha mai mollato la presa, ma ha rischiato dopo l’ultimo cambio pelli di essere ripreso da Antonioli, uno sprint mozzafiato, ma Bonnet ne aveva di più.

In quota rosa la svedese Tove Alexandersson ha fatto la sfacciata, se ne è andata insalutata ospite scrollandosi di dosso le avversarie fin dai primi passi, con una sconcertata Axelle Gachet Mollaret (Francia) che in Val Martello ha smarrito la leadership di Coppa e con l’azzurra Alba De Silvestro a mettersi il bronzo al collo davanti alla friulana Mara Martini. Abbiamo già detto degli Under23 in tinta azzurra, con la fassana Giorgia Felicetti seconda.

Ora le cime innevate della Val Martello si offrono agli skialper comuni, quando i colori da rosso, arancione e giallo si faranno bianchi. Ma forse sarà già tempo del prossimo memorabile Marmotta Trophy.















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