Il popolo biancorosso spinge il Bolzano a gara 7 

Anche nell’ultima gara della stagione i tifosi dei Foxes si dimostrano l’uomo in più Sono in 6700 sulle tribune di via Galvani, per 60 minuti scanditi da cori e applausi


di Paolo Gaiardelli


BOLZANO. That’s amore. Dal cammino disastrato in regular season, passando per lo straordinario epilogo di Qualification Round, fino alla sesta gara di una finale quanto mai tirata ed emozionante come quella contro Salisburgo. Fotografie di una stagione nel corso della quale l’HC Bolzano ha avuto un’unica, grande certezza, l’affetto dei suoi tifosi. Un sentimento viscerale, che anche ieri, nel momento del massimo bisogno per i ragazzi di Suikkanen, si è manifestato in tutto il suo straripante ardore in un Palaonda ribollente.

Il disappunto. A cercare di far sfiorire l’entusiasmo sulle tribune, ci ha pensato, dopo pochi istanti dall’ingaggio iniziale, il gol di Alexander Cijan, al quale hanno fatto seguito una serie di decisioni arbitrali quanto meno rivedibili; “7-9-12”, non un terno al lotto, ma i minuti nei quali gli arbitri hanno fischiato tre penalità in serie ai danni dei biancorossi, i quali, stringendo i denti, sono comunque riusciti a salvaguardare il minimo svantaggio. Quando poi l’uomo in più lo ha avuto il Bolzano, ecco il sigillo di Angelo Miceli, in grado di rianimare la piazza, di cancellare, con un efficace colpo di spugna, tutto il nervosismo accumulato, e di far esplodere, nel vero senso della parola, l’intero impianto di via Galvani: 7000 anime, una sola voce, per spingere i Foxes nella ricerca di una nuova impresa.

Che risposta. Trascinati dai loro fans, Egger e compagni hanno allora proposto un secondo tempo di rara intensità, nel corso del quale le occasioni per allungare non sono mancate, e nemmeno i gol. Due per i padroni di casa, uno per gli ospiti: il modo migliore per dimostrarsi superiori a tutto, agli avversari di giornata, così come alla facilità dei direttori di gara di fischiare a favore dei Red Bulls.

Apoteosi. Con il risultato ancora in bilico, tra sussulti, applausi, cori, abbracci, sciarpe e bandiere a colorare l’orizzonte, si è così andati avanti. Lo scorrere del cronometro ad aumentare la consapevolezza di tutti, in pista e fuori: sì, portare la serie a gara 7 è possibile. Dalle sensazioni alla realtà, a metà del terzo ed ultimo parziale. Due situazioni di superiorità a favore, per altrettante sciocchezze sul fronte austriaco, ed un «uno-due» micidiale: Gartner prima, «capitan futuro» Bernard poi. Tutti in piedi, in ogni settore del palazzo, e tanto, tantissimo affetto per i protagonisti di una serata che resterà, per molto, nel cuore e nella mente di tutti.

Il finale perfetto. Sull’altro fronte, però, nessuno vuole arrendersi ed ecco che, al 56.38, un gol di Müller sembra poter riaprire la contesa. Salisburgo ci crede, tanto che dalla panchina viene ben presto richiamato il portiere per un sesto giocatore di movimento. C’è ancora da resistere, ma assieme ce la si può fare. A scacciare anche gli ultimi fantasmi ci pensa un altro giocatore locale, Daniel Frank, che insacca nella gabbia sguarnita, facendo scattare la festa con un paio di minuti d’anticipo rispetto al suono della sirena.

L’abbraccio. Un antipasto di quello che è il saluto finale. Perché quella di ieri è stata l’ultima gara interna della stagione dell’HCB Alto Adige. E allora, come da copione, ma con maggior trasporto rispetto al solito, team sul ghiaccio, davanti alla curva, che intona cori. Schierati, i ragazzi di Suikkanen ascoltano, e poi rispondono a tono. È il magico epilogo di una serata da sogno, che lancia i Foxes verso l’appuntamento degli appuntamenti, l’ultimo atto della sfida a Salisburgo, in programma venerdì sera alla Volksgarten. Come quattro anni fa, il titolo Ebel si assegnerà lì: la favola continua.













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