Nuoto

L’addio di Taraboi: «Nel cuore medaglie e calore umano»

Dopo ben 22 anni lo storico coach lascia la Bolzano Nuoto Sarà il responsabile degli sport acquatici per l’Austria


di Daniele Magagnin


BOLZANO. Dario Taraboi emigra in Austria. Non senza un pizzico di commozione, anche perché il “suoi” ragazzi non solo gli hanno regalato medaglie e piazzamenti ai campionati italiani junior, senior e cadetti, svoltisi nei giorni scorsi a Roma, ma lo hanno voluto festeggiare alla grande al termine dell’ultimo impegno ufficiale da coach della Bolzano Nuoto, stringendolo in un caloroso abbraccio. “Bozo” (come lo chiamano confidenzialmente i “suoi” ragazzi), storico coach bolzanino, è prossimo ad assumere il ruolo direttore tecnico-sportivo degli sport acquatici della federazione austriaca Ösv con il compito di gestire, organizzare, sviluppare e promuovere i settori nuoto, tuffi, nuoto sincronizzato, master e pallanuoto, con la supervisione del settore giovanile. Laureatosi campione europeo di nuoto di fondo in acque libere nella 25 km in 5.28’06” nell’agosto 1993 a Slapy Dam, nella Repubblica Ceca, Dario Taraboi, qualche mese dopo assunse il ruolo di tecnico della Bolzano Nuoto, incarico ricoperto con passione e successo per 22 anni, facendo crescere il movimento e gestendo in prima persona tutti gli atleti biancorossi che si sono fatti onore a livello internazionale. Dal primo settembre inizierà la nuova avventura nella “cabina di regia” degli sport acquatici austriaci, con l’obiettivo di dare nuova linfa al movimento nel prossimo quadriennio olimpico.

«Una sfida impegnativa – sottolinea coach Taraboi –, che affronto con entusiasmo e con la consapevolezza di dovermi mettere in gioco in un ruolo di elevata responsabilità. Si tratta di aprire un nuovo ciclo, sia dal punto di vista personale, sia per conto della federazione austriaca e di operare a tutto campo per far crescere gradualmente i vari settori, nell’ambito di un progetto strutturato. Sono orgoglioso di essere stato scelto tra ventidue candidati e al tempo stesso motivato e determinato. A Vienna ho trovato persone che desiderano dare nuovi impulsi al movimento e hanno una visione che condivido».

Ha bruciato la concorrenza di ventidue candidati, come?

«Ho inviato alla federazione austriaca il mio curriculum e dei documenti, poi sono stato chiamato a Vienna per un colloquio e qualche settimana fa mi è stato comunicato che ero stato scelto. In Austria non farò più l’allenatore, ma svolgerò un incarico più ampio. Sono motivato e desideroso di conoscere tutte le persone con cui collaborerò, in particolare i tecnici per confrontarmi su sistemi e metodologie di lavoro per elaborare progetti uniformi e condivisi. Conosco solo alcuni coach del Tirolo per averli incontrati alle manifestazioni internazionali».

Le mancherà il lavoro a bordo vasca?

«Il “bordo vasca” è stato il mio luogo di lavoro per 22 anni, splendidi, con la Bolzano Nuoto. Sicuramente mi mancherà. Non mi occuperò più di tempi e programmi di allenamento, ma conto di instaurare un rapporto stretto con i tecnici e di girare molto, quindi a bordo vasca ci tornerò, anche se con un ruolo diverso».

Dopo tanti anni alla Bolzano Nuoto, cosa le resta negli occhi e nel cuore?

«Non mi sento di ricordare un risultato, piuttosto che un altro, perché di momenti belli ne abbiamo vissuti molti. Non sono mancati anche quelli difficili, affrontati comunque con grande serenità. Non dimenticherò mai la qualificazione olimpica di Laura Letrari o tutte le medaglie vinte con le staffette, che secondo me danno la vera dimensione della forza di una squadra e per una squadra piccola come la nostra motivo di grande orgoglio, ma soprattutto porterò sempre nel mio cuore quei risultati che vanno oltre il riscontro cronometrico e le medaglie, ovvero l’affetto e la riconoscenza di tante persone, genitori e atleti in particolare. In questi giorni sto ricevendo attestati di stima importanti, improntati sui valori umani. Sono orgoglioso che mi si riconosca di aver lavorato prima di tutto per formare persone e non atleti, per aver inculcato ai ragazzi la cultura del lavoro e del sacrificio, instaurando con loro un rapporto di sincera amicizia, nel rispetto dei ruoli».

Ricorda i momenti difficili?

«Quanto ci si rapporta con tante persone, dirigenti, tecnici, atleti, genitori è inevitabile che prima o poi ci si chieda se vale la pena andare avanti in mezzo a tanti problemi, a sensibilità ed esigenze diverse, ad ambizioni premiate o frustrate. Mi è capitato qualche volta di fare delle riflessioni, ma lo sconforto è stato sempre sconfitto dalla volontà di trovare delle soluzioni, attraverso una serena e approfondita analisi a mente serena. La passione per quello che faccio aiuta, oltre alla consapevolezza di essere non solo un tecnico, ma di esercitare anche una funzione educativa».

Lascia Bolzano mentre si sta parlando della vasca da 50 metri da costruire nel capoluogo…

«Speriamo approfondiscano il discorso e procedano alla costruzione. Spero di portarci in ritiro la nazionale austriaca».

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