Calcio Serie D

La Virtus Bolzano in piena crisi Due punti di margine sul Levico

Serie D. La sconfitta di Olginate ha fatto precipitare la situazione con la retrocessione diretta in agguato. La salvezza ai playout è possibile come insegnano Dro e Mezzocorona


di Andrea Anselmi


BOLZANO. Ad appena cinque partite dalla bandiera a scacchi, alla Virtus Bolzano rimane un solo obiettivo a disposizione, ovvero quello di accedere ai playout, evitando contestualmente la retrocessione diretta in Eccellenza, alla quale saranno condannate le ultime due squadre classificate. Ebbene, dopo la sconfitta in un altro scontro diretto, quello di domenica sul campo dell'Olginatese, alla Virtus Bolzano sono rimasti appena due punti di vantaggio sul penultimo posto occupato dal Levico e tre sull'ultima piazza, dove è attualmente attestato il Fanfulla. Insomma, c'è di che preoccuparsi, anche perché la squadra del capoluogo non è mai riuscita a risollevarsi nel girone di ritorno da una profonda crisi di risultati. Basti pensare che nelle dodici partite sin qui disputate nella fase discendente, la squadra di Lomi ha conquistato appena otto punti, frutto di due vittorie e altrettanti pareggi. Risultati che non hanno potuto evidentemente controbilanciare le ben otto sconfitte rimediate, né evitare che i virtussini rimanessero zavorrati in terzultima posizione, con un margine sempre più risicato sulla zona retrocessione. Preoccupante anche il fatto che nelle dodici gare del girone di ritorno la Virtus Bolzano abbia conquistato ben quattro punti in meno rispetto alle stesse partite giocate nel girone d'andata. Preoccupante ma anche eloquente circa una campagna di rafforzamento invernale che non è stata all'altezza delle aspettative né del budget (e dell'extrabudget) messo a disposizione dal presidente Oberrauch e dal consiglio direttivo. Investimenti che erano volti a potenziare la squadra in ogni settore e a permetterle di riemergere dalla zona playout. Ed invece i risultati sono in netta controtendenza, anzi in antitesi, visto e considerato che non solo per la Virtus Bolzano la salvezza diretta è diventata una chimera, ma che anche la partecipazione ai playout, obiettivo minimo, è a rischio. Insomma, la netta sensazione è che la squadra si sia indebolita più che rinforzata. Intendiamoci, l'attacco non ha mai brillato per prolificità offensiva, ma l'arrivo di Bucchi non ha di certo cambiato le cose. Anzi. Con il 33enne attaccante di San Benedetto del Tronto sempre in campo, hanno trovato meno spazio sia Timpone che Hofer. E quando quest'ultimi due sono stati impiegati, hanno dovuto giocare da spalla di Bucchi e non da prima punta come è nelle loro caratteristiche. Un sacrificio tecnico-tattico che avrebbe anche potuto starci, qualora Bucchi avesse confermato il fiuto del gol che ne ha contraddistinto una buona carriera a cavallo fra C2 e serie D. Ed invece l'ariete di San Benedetto del Tronto è andato a segno una sola volta in 11 partite. Poco, troppo poco, quasi niente per una squadra che deve salvarsi. Forse Bucchi ha anche pagato l'assenza al suo fianco di una seconda punta effettiva, con la quale dialogare e dalla quale ricevere invitanti assist. Il ruolo di seconda punta non si addice né a Hofer né a Timpone. Apparteneva invece per caratteristiche a Khedim e Speziale, mai troppo rimpianti, sopratutto il primo, che ha lasciato Bolzano a Natale senza più farvi ritorno, misteriosamente. In difesa l'addio di Zentil non destava preoccupazioni, perché si sosteneva che Romeo e Padovani avrebbe fatto meglio del centrale ora in forza alla Rotaliana. Diciamo che con Romeo siamo lì, ma forse Zentil aveva più personalità. Con Padovani, invece, i conti non tornano. Delusione vera, invece, è stato Bustamante, che doveva fare per Khedim e anche per Speziale, e invece è finito per accomodarsi in panchina, anche per via di una forma fisica spesso imperfetta. Gli under, invece, soprattutto i classe 1998, sono sempre stati un problema, sin dalla scorsa estate, tanto che mister Lomi è stato costretto a "pescare" dalla "cantera", affidandosi ai vari Koni, Debiasi e Bounou. Se poi, come dice mister Lomi, c'è forse un problema di condizione fisica, c'è poco da stare allegri. Ma noi confidiamo ancora nella generosità, nello spirito di gruppo e nella forza di volontà di una squadra che non si è mai risparmiata e che ha sempre lottato, anche - se non soprattutto - contro i propri limiti. Mancano cinque partite e i playout non possono sfuggire. Poi, agli spareggi, tutto può succedere, come Dro e il "fu" Mezzocorona hanno dimostrato qualche anno fa.













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