La Wierer solo sesta è stanca di stupire 

«Arrivo fino ad Anterselva 2020, ai Giochi 2022 non lo so»


di Marco Marangoni


PYEONGCHANG (Corea del Sud). Ci ha provato fino alla fine, ha lottato come una guerriera prima contro il freddo, poi contro il fuso orario, contemporaneamente contro le avversarie e la tensione in gara, ma il lieto fine non è arrivato. Sperava in una medaglia ma non è arrivata. Onore a Dorothea Wierer sesta nella mass start dominata dalla slovacca Anastasiya Kuzmina, lei si finalmente all’oro dopo i due argenti. Niente da fare, Doro tra le montagne di PyeongChang voleva scrivere la sua storia, quella di una miss con gli sci stretti ai piedi e con la carabina. Non è stato così, come non è stato così nemmeno per Lisa Vittozzi, l’altra brava azzurra del biathlon, quarta, che si è vista sfuggire il bronzo per meno di 18 secondi.

Che rabbia, tutta colpa degli errori al poligono, rispettivamente nella prima e quarta sessione, a terra e in piedi. Dorothea per oltre metà gara ha cullato il sogno della medaglia, che sarebbe stata la prima in assoluto alle Olimpiadi a livello individuale. Con la Kuzmina solitaria al comando già dopo i primi chilometri, l’altoatesina ha proseguito da sola oscillando tra la seconda e la terza posizione. Poi la rimonta delle avversarie e la svolta di una gara carica di pathos tra il terzo ed il quarto poligono. La Wierer sbaglia, la bielorussa Darya Domracheva va a prendersi l’argento e la norvegese Tiril Eckhoff il bronzo. Tutto molto bello, emozionante, ma non per i colori azzurri.

A conclusione delle gare individuali, prima della staffetta mista di martedì prossimo nella quale l’Italia difenderà il bronzo di Sochi la biatleta di Anterselva traccia un primo bilancio di questa Olimpiade coreana. «Qualcuno si aspettava qualcosa in più da me nelle gare individuali? Lo so, ma il biathlon è lo sport più complesso di tutte le Olimpiadi e ci sono molte variabili che possono portare chiunque sul podio – ha detto Dorothea –. Mi aspettavo molto da me stessa ma sono consapevole di qual è stata la mia carriera e certamente non mi demoralizzo. È stato bello essere davanti con Lisa anche se non è arrivata la medaglia. Il mio voto è un 8 con una prestazione sugli sci non male mentre al tiro ho fatto tutto ciò che potevo, non sono una macchina». Parlando della mass start la Wierer ha detto: «Entrare nelle prime sei non è da tutti, peccato per il mio errore e quelli della Vittozzi perché senza quei giri di penalità saremmo salite sul podio. Quando sei al poligono non hai tutto sotto controllo, poi ti capita di ripensarci e dire “se avessi fatto, se non avessi fatto...” ma dopo è troppo tardi. Sugli sci mi sentivo stanca».

Infine, la forte atleta altoatesina, fallito nuovamente il grande appuntamento stagionale – in sei Mondiali e due Olimpiadi ha vinto a livello individuale solo un argento iridato – ha parlato delle difficoltà trovate e mette le mani avanti sul futuro. «Da ottobre mi sono ammalata sei volte, anche mentalmente non è facile. Il mio obiettivo è arrivare fino ad Anterselva 2020, poi vedrò se continuare fino alle prossime Olimpiadi (Pechino 2022). Tutto dipenderà dalle motivazioni e dalla condizione fisica. Nel biathlon se non sei al top della forma non puoi pensare di salire sul podio».

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