Larissa mette le ali e balza  sulle orme di mamma Fiona 

Salto in lungo. Il 6,80 della Iapichino, figlia della primatista May (6,95) è la seconda  prestazione italiana all-time. La Torre, d.t. della nazionale: «Bene, ma lasciatela crescere»



Bolzano. Larissa sulle orme di mamma Fiona. La baby prodigio dell’atletica leggera italiana in rosa con il volo a 6,80 spiccato dalla pedana della ‘Fontanassa’ di Savona non solo ha centrato il record italiano juniores ma anche la seconda prestazione italiana assoluta all-time in coabitazione con Valentina Uccheddu. La sarda di Oristano ottenne al misura quando aveva quasi 28 anni, il 31 luglio del 1994, prestazione che per alcuni minuti era stata anche record italiano prima che Fiona May lo portò a 6,95. Larissa Iapichino, figlia di Gianni, ex astista, e Fiona, a pari età con la mamma ha fatto meglio. Nell’anno della maggiore età, la campionessa che fino al 1993 indossò la maglia della Gran Bretagna e successivamente quella azzurra era atterrata a 6,53 mentre nella stagione successiva si era notevolmente migliorata saltando 6,82.

Nuova tecnica.

Il 6,80 di Larissa, migliorabile nel corso della stagione appena iniziata, è una vera e propria certificazione che cambia scenario e prospettive per la doppia figlia d’arte. Sul piano tecnico, la semplicità, la naturalezza, con cui è passata dall’hang di Ancona di fine febbraio (Assoluti indoor), al “due e mezzo” di questo avvio d’estate, lascia interdetti. La nuova tecnica introdotta da Gianni Cecconi, supportata da una rincorsa molto più efficace, è la chiave di volta dell’evoluzione. Negli occhi di chi l’ha vista saltare, l’impressione è che ora Larissa sviluppi nel suo salto una componente verticale nettamente superiore, ottenendone in cambio la cospicua razione di centimetri di progresso.

Cautela La Torre.

Il direttore tecnico della Nazionale azzurra, Antonio La Torre, indica la strada giusta per farla crescere. «Non bisogna pensare che se alla prossima gara salterà 6,60 avrà fatto “soltanto” 6,60, che è sempre misura eccellente ma bisogna lasciare che questa maturazione, così violenta, segua il suo percorso naturale – dice La Torre –. Non dobbiamo rompere l’equilibrio di questa ragazza. Certamente la novità è che Larissa è entrata tra le rockstar dell’atletica italiana e ci sono tutte le premesse per aspettarci un’atleta di dimensione internazionale che possa farci divertire per molti anni. Ha beneficiato del rinvio dei Giochi ed è stata intelligente ad aver approfittato del lockdown, con il suo bravo tecnico Gianni Cecconi, per affrontare questo percorso di maturazione fisica e tecnica che si era già intravisto in inverno: più potenza, ma da gestire».

Parlando del nuovo salto con due passi e mezzo in volo, come le grandi specialiste, La Torre dice che «è un incastro di delicatissimi meccanismi di coordinazione, ritmica, tempi di applicazione dello stacco e velocità di entrata: lei è riuscita in questo compromesso difficile quasi senza accorgersene».

Tortu vs Jacobs.

Antonio La Torre parla anche della rivalità sui 100 metri tra Tortu e Jacobs: «Dico che porterà molto in primis a loro e poi a tutto lo sport italiano. Loro sono grandi amici ma in pista se le danno di santa ragione. Nel Filippo di Savona si è rivisto il Filippo che agguanta la finale mondiale per un millesimo. Ai talenti riescono queste cose, quando alle spalle c’è l’allenamento: lui ne ha fatto tanto, e buono».

«Con Jacobs, li vogliamo entrambi sotto i 10 secondi - conclude La Torre - e l’auspicio è di rivederli scoppiettanti a Padova agli Assoluti di fine agosto e poi al Golden Gala del 17 settembre a Roma». MAR

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