«Mi piace ricordare tutto Ma l’oro di Sydney 2000 fu qualcosa di magico»

Bolzano. Libero come è stato il suo stile, misto come il suo carattere e quell’insieme di stili che come un batiscafo lo portarono a raccogliere quell’oro unico, straordinario, scoppiettante in quell’...



Bolzano. Libero come è stato il suo stile, misto come il suo carattere e quell’insieme di stili che come un batiscafo lo portarono a raccogliere quell’oro unico, straordinario, scoppiettante in quell’Olimpiade che sembrava non finire mai, in un’Olimpiade mai vista per i colori azzurri: quella di Sydney 2000.

È stato uno dei grandi del nuoto azzurro, il campione più longevo, il nuotatore più medagliato capace di vincere in qualsiasi vasca del pianeta terra. Lui, quel ragazzo cresciuto ai piedi del Vesuvio dal Dna un po’ napoletano (il papà) e un po’ australiano (la mamma), serio che sa diventare giocherellone, trapiantato a Roma, è Massimiliano Rosolino.

Il biondo Max è uno dei simboli della storia dello sport italiano. Quasi vent’anni fa, nell’emisfero australe, in quella terra quasi promessa dove i canguri saltellano tra le immense praterie, Massimiliano è diventato il secondo nuotatore azzurro di sempre a vincere l’oro a cinque cerchi. Era il 21 settembre del 2000 quando al Sydney Olympic Park Aquatic Centre l’azzurro entrò nella storia battendo sui 200 misti gli assi americani Tom Dolan e Tom Wilkens. A precederlo nel librone dei campioni olimpici azzurri solo Domenico Fioravanti che sfruttò il calendario con l’oro sui 100 rana il giorno 17 e quello sui 200 tre giorni più tardi. Per Max quell’oro fu la consacrazione di un’Olimpiade che qualche giorno prima lo vide salire sul podio anche sui 200 (bronzo) e 400 stile libero (argento).

Rosolino, 41 anni, è salito agli onori delle cronache anche per la relazione sentimentale con la ballerina russa Natalia Titova conosciuta nel 2006 negli studi di ‘Ballando con Le Stelle’ dove lei era l’insegnante di ballo e lui un concorrente. Oggi Natalia e Max vivono a Roma e sono genitori di Vittoria Sidney (riferimento all’oro olimpico) e Sofia Nicole.

Cosa ricorda di quella magica Olimpiade?

«A pensarci sono trascorsi 20 anni: davvero tanti. Sono stati giorni fenomenali, quell’oro è stato davvero magico ma non posso dimenticare il bronzo sui 200 stile, incredibili, vinti da con tanto di record del mondo da Pieter van den Hoogenband (1’45”35) davanti a Ian Thorpe. A livello tecnico è stato strepitoso anche il mio 3’43”40 sui 400 con un Thorpe volare a 3’40”59».

Ha citato due nomi che come lei hanno scritto pagine indelebili di storia del ‘rutilante’, come lo definì il telecronista Sandro Fioravanti, mondo del nuoto?

«Thorpe era un mezzofondista puro, faceva i 200 in funzione delle gare lunghe, l’ho sempre definito un ‘tonno’, dotato ma non appassionato. Van den Hoogenband era minuto nonostante fosse un velocista, era più leggero».

Quattro partecipazioni olimpiche, la prima ad Atlanta ‘96, sei Mondiali, una vasta collezione di medaglie, c’è un momento che le piace ricordare con maggior piacere?

«Mi piace ricordare tutto, da quelli con i compagni di squadra ai momenti trascorsi con il mio allenatore Riccardo Siniscalco. Per esempio, in questo periodo di chiusura totale causa il coronavirus mi sarei fatto sigillare nella piscina di Ponticelli con cinque tamponi al giorno e avrei dormito in sacco a pelo facendomi lasciare i viveri all’esterno o mangiando barrette – dice Rosolino al nostro giornale –. Mi ricordo qualsiasi cosa, dalla dieta ai weekend di recupero, quando mettevo su qualche chilo in estate a quando mi mancava la piscina durante le vacanze di Natale».

Lei aveva cercato di rientrare. Cosa spinge a rientrare ad un atleta come lei dopo aver vinto Mondiali, Europei, Giochi del Mediterraneo, conquistato tre ori nello stile libero agli Europei in vasca corta a Valencia 2000?

«Dopo Pechino avevo provato, ho continuato ad allenarmi come un felino cacciatore fino al 2012 quando provai un 100 e 200 stile in Norvegia, poi lasciai perdere. La mia ultima gara sono stati gli Italiani open di Riccione nel dicembre 2012, per l’occasione era arrivato anche Thorpe».

Che consigli si sente di dare alle migliaia di nuotatori che per motivi di forza maggiore non possono entrare in piscina: l’acqua per voi nuotatori è come l’aria.

«Adesso siamo tutti campioni da poltrona in uno scenario che prima non abbiamo mai provato: la stagione estiva del nuoto è ormai saltata. È una situazione da accettare mentalmente, una incognita nella quale bisogna trovare alternative per mantenere tono muscolare e con le spalle che rischiano di perdere facilmente volume. Restare così tanto fuori dall’acqua non accade nemmeno a fine stagione e per questo l’importante è reagire fisicamente».

Quanto servirà ad un nuotatore ritornare in condizione?

«Se il corpo è rimasto allenato fino a un mese fa, servirà una decina di giorni per riprendere volume e confidenza con l’acqua, poi circa due mesi per riprendere una certa condizione. Serve forza di volontà e piacere di ritornare in acqua senza lasciarsi prendere dal contagio che non ci saranno gare, dico di non abbandonare società e strutture perché non si rinasce dalla carità: più si nuota e più fa stare bene».

Al Salotto Acquatico di Swimbiz.it ha parlato di Olimpiade diversa, perché?

«Premetto. Ai ragazzi dico che se pensano che il domani sarà più brutto, siamo finiti, ma dico che nel 2021 sarà un’altra Olimpiade, non come il titolo della trasmissione che avevo fatto alcuni anni fa per PyeongChang – ironizza Max –. Se fosse stata slittata di sei mesi sarebbe stata un po’ diversa, un anno è lungo perché cambieranno gli atleti, ci sarà qualche giovane in più. Aprire gli impianti subito a tutto l’alto rendimento non penso sarà la cosa migliore: direi prendiamo i migliori. Mentre quando si parla di saluta non ci deve essere selezione, nello sport si dovrà fare una cernita. Agli Italiani si sono normalmente cinque batterie, niente, spiace, solo i migliori 16 possono gareggiare».

Cosa fa oggi Massimiliano Rosolino?

«Sono social, ambasciatore del nuoto italiano, conduttore televisivo, organizzatore dei camp estivi ‘Onda Max’ a Silvi Marina e mi dedico al triathlon perché oltre al nuoto ci sono ciclismo e corsa. Mi dedico molto ai ragazzi e loro dico sempre: siate educati, così non si sbaglia mai».















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