Michael fa il modesto «Non me lo aspettavo» 

Le interviste. Il venticinquenne di Nova Ponente: «Sugli “strappetti” ho fatto la differenza» Sarah Giomi: «Emozionante riprendere le gare, anche se è strano partire individualmente»



Resia. Michael Hofer ha messo a soqquadro il parterre. Erroneamente, nessuno si attendeva la sua performance. Il 25enne di Nova Ponente fa il modesto: «Non me l’aspettavo, di solito faccio le corse in salita ma non disdegno le gare su strada, anche qualche mezza. È la terza volta che partecipo qui, mi piace molto il tracciato, con qualche strappetto dove credo di aver fatto la differenza. Davvero una bella gara, poi le 21 nazioni ti stimolano a far bene. Questo successo mi gratifica davvero molto».

Sorridente Sarah Giomi che sa di aver fatto una superba prestazione, e si concede alle foto e alle interviste: «Per me un bel test, soprattutto dopo il periodo del Covid; riprendere con le gare è emozionante. Io pratico le distanze più lunghe, però questo percorso è tosto con i saliscendi, poi c’era molto vento. Bello ma faticoso. Strano partire individualmente, comunque avere qualcuno davanti e avere l’obiettivo di raggiungerlo ti stimola sempre».

Quando è arrivato Hofer a Jacopo Brasi gli si è spento il sorriso: «Peccato, sarebbe stato bello vincere, anche se sono qui per fare un buon allenamento. Io vengo dal mezzofondo e mi sto indirizzando alle gare più lunghe. Il mio miglior tempo sulla mezza è di 1h7’. È la mia prima volta a Resia, qui è bellissimo, in gara ero tentato di fermarmi e ammirare i panorami. Domani (domenica, ndr) mi fermo qui, voglio godermi questi paesaggi».

Terzo per la seconda volta, Markus Ploner ostenta soddisfazione: «Presentarsi alla partenza anche individualmente è strano dopo questi mesi, ma me la sono goduta. Ho avuto problemi nella prima metà di gara, poi alla diga ho ripreso il mio ritmo. Questa formula è una cosa nuova, però altro non si poteva fare. Tanto di cappello agli organizzatori, alla loro creatività e comunque per insistere a mantenere la tradizione, complimenti. Uno è abituato a lottare gara dopo gara, uomo su uomo con tattica, qui non c’è tattica, si va a tutto gas».

Petra Pircher dopo la sua corsa ha fretta di tornare a casa: «Gara particolare per me, durissima perché si deve correre tutta da sola e non è facile. E poi c’è sempre il vento. Sono soddisfatta del mio tempo, quest’anno mi sono allenata poco, sono arrivati due splendidi nipotini e ho dovuto fare la nonna!».

Il re del “Giro” è Hermann Achmueller, sei volte primo e stavolta 32°: «Per me una bellissima gara, anche se insolita come formula. Mi è piaciuta e mi sono divertito. È stata una grande idea e devo dire che ho visto tanta correttezza tra i concorrenti per mantenere le distanze».

Ma è bene sentire anche i runners comuni, quelli che non puntano solo alla classifica. Viene da Venezia Massimiliano Bedendi: «Ho già fatto già dieci edizioni, non volevo mancare a questa edizione speciale perché qui è bellissimo e perché gli organizzatori se lo meritano. Siamo un bel gruppo di veneziani, secondo me è stata una scelta intelligente quella delle partenze individuali, correre contro se stessi è un’esperienza impagabile. Distanziamento sociale sempre rispettato, tutto quindi secondo le norme». Da Sanremo ecco Sveva Assembri: «Una gara diversa, un percorso bellissimo e il tempo corre veloce perché a guardarsi intorno qui è tutto bello. Io sono abituata a correre da sola e mi è piaciuta, le sensazioni sono positive».

Aldo Bacchetta, mantovano, è entusiasta: «Gara bellissima, panoramica, impegnativa per il vallonato sul finale, una gara che merita. Il format è stato una scelta geniale, mi è piaciuto, mai trovato nessun genere di assembramento. Un bel 10 all’organizzazione». Giovanna Albertini è di Roma: «È la terza volta che faccio questa gara. Sono contenta di aver finalmente rimesso il pettorale dopo tanti mesi. Il posto è bellissimo, c’è la natura, il lago, c’è tutto per divertirsi, non potevo mancare».













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