Rudy Bicciato va a caccia dell’ottavo titolo tricolore

Campionato velocità in montagna: partenza col botto per il pilota di Appiano Ha vinto la prima gara a Vittorio Veneto. Domenica gareggerà all’Europeo


di Antonella Mattioli


APPIANO. Le coppe, oltre duecento, sono allineate lungo il perimetro della sua officina di Appiano. Raccontano passione e vittorie di Rudy Bicciato, 49 anni, gommista. Si è laureato sette volte campione italiano di velocità in montagna e, a gennaio, ha conquistato il titolo italiano di velocità su ghiaccio. Poche settimane di pausa e domenica il pilota della scuderia Mendola era di nuovo in gara: a Vittorio Veneto si è disputata la prima tappa del campionato italiano velocità in montagna 2012. Il vincitore? Sempre lui: Rudy Bicciato. Domenica prossima sarà a Rechberg in Austria dove si corre una tappa del campionato europeo. Ciò significa che punta al titolo europeo?

«No. E’solo una questione di comodità: la seconda tappa del Campionato italiano si svolge in Sicilia. Troppo lontano. Per questo ho deciso di optare per la gara in Austria. Ma non ho intenzione di partecipare a tutte: non ho più l’età. Mi rendo conto che, rispetto a qualche anno fa, faccio più fatica a memorizzare i tracciati. Nel caso di Rechberg è tutto più semplice perché lì ho corso cinque anni fa: il tracciato lo conosco, si tratta soltanto di fare un ripasso». edere, memorizzare curve, alberi, muretti e tutto quello che lungo il tracciato possa rappresentare un pericolo. «In queste gare non puoi permetterti di sbagliare: il percorso devi conoscerlo a memoria. Un minimo errore può costare caro quando, su un percorso di montagna, viaggi in media a 150 all’ora, raggiungendo punte di 200. Per questo mi sono abituato ad imparare a memoria i tracciati delle gare: li filmo e poi li studio. Sul ghiaccio è tutto meno rischioso, perché sono tracciati fatti ad hoc e quindi senza ostacoli».

La massima scrupolosità con cui prepara le gare, unita ovviamente a una buona dose di fortuna, gli ha consentito di evitare incidenti gravi.

«In anni di gare - racconta - qualche incidente l’ho avuto, ma senza conseguenze. Il più grave, nel 1994, in Bondone: ho centrato due alberi, urtato uno spettatore, sono finito in una scarpata e la macchina ha preso fuoco. Non so come, ma sono uscito illeso». Le sue macchine, una Mitsubishi e una Lancia Delta integrale con cui ha vinto i titoli italiani, sono parcheggiate in garage. Bicciato cura tutta la parte relativa alle gomme, l’officina Roland Pfeifer quella meccanica. «Il bello di queste gare? L’adrenalina». La cosa curiosa è che Bicciato ama l’alta velocità, ma al di fuori delle competizioni, se può non guida. «E quando lo faccio - dice ridendo - vado a passo di lumaca».

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