S. Giorgio , mi Lecco le ferite

All’esordio in campionato la squadra di Morini subisce una lezione di gioco dai rinati lombardi


di Alessandro Montanelli


LECCO. Al suo esordio in questa seconda stagione in serie D, il San Giorgio subisce una vera e propria lezione di calcio in quel di Lecco da una società che, fino a due giorni fa (e senza gare ufficiali nelle gambe), non era nemmeno certa di poter mettere insieme quindici ragazzi per scendere in campo. Né, tantomeno, disponeva delle divise ufficiali di gara. Parlare di ‘figuraccia’ per gli altoadesini, insomma, non è affatto esagerato. A parziale difesa dei pusteresi c’è da dire che i padroni di casa sono scesi in campo con una carica che ha sorpreso tutti, persino i tifosi accorsi allo stadio. Lo è meno il fatto che, come detto dal tecnico Morini nel dopogara, i blucelesti avessero in organico giocatori di categoria superiore. E pensare che i primi cinque minuti di gara erano stati di marca ospite: capitan Harrasser e soci avevano messo alle corde i locali costruendo due pericolose occasioni.

La verità è che il San Giorgio, anche una volta forte della superiorità numerica, non ha avuto il coraggio di spostare in avanti il baricentro del gioco per tentare una comunque improbabile rimonta, forse per non andare incontro a danni maggiori. Non è comunque il caso di crocifiggere nessuno, dopotutto siamo appena alla prima di campionato e, col senno di poi, forse sarebbero stati pochi i campi più ‘tosti’ di quello del Lecco di ieri: quello che i tifosi vogliono è che la squadra metta in campo la famosa grinta, gli occhi di tigre tanto cari al suo condottiero.

Una miscela indispensabile per sopperire alla tecnica di base, e che l’anno scorso ha saputo dare a tratti i propri frutti. Lecco quindi amara per un San Giorgio sceso inizialmente in campo con il classico 4-4-2, modulo che comunque ha retto con disciplina soltanto ventidue minuti, sufficienti all’assoluto protagonista di giornata (Castagna) per piegare la resistenza altoatesina per ben due volte.

Nella prima delle due segnature la difesa ha dormito troppo, lasciando che la palla carambolasse nella propria area per poi essere messa in gol al termine di un mischione dall’ariete manzoniano Davide Castagna. Il 2-0 si è sviluppato invece dalla sinistra, dove Mignanelli ha raggiunto il fondo e trovato nuovamente Castagna, abile ad anticipare il diretto marcatore e a infilare sul primo palo. Prima dell’intervallo il colpo del ko: Chessa, al 42’, ha segnato il terzo gol al termine di una bella iniziativa personale. Nella ripresa mister Patrizio Morini ha mischiato le carte inserendo forze fresche e cercando di dare maggior sostanza al reparto offensivo: forti dell’espulsione proprio di Chessa al 23’, gli ospiti si sono schierati con un più offensivo 4-3-3, con le tre punte Peter Mair, Bachlechner e Piffrader nel ruolo di terminali offensivi. Cambiano i suonatori, quindi, ma la musica resta stonata, e tattiche e moduli non contano quando sono le idee a latitare.













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