Senza gioco nè idee, Bolzano in crisi nera 

Il calo poteva essere prevedibile ma non in questa forma


di Thomas Laconi


BOLZANO. Una crisi sportiva, quasi sempre, è certificata dai numeri e anche dalle prestazioni. L’Hockey Club Bolzano, tanto produttivo a inizio stagione, ha perso la bussola da un paio di settimane e non riesce più a ritrovarla. Il bilancio, dopo Linz, si è fatto ancora più pesante, facendo scivolare i Foxes al sesto posto. Ecco, la classifica, nonostante il trend negativo, è l’aspetto forse meno preoccupante e paradossalmente le 6 sconfitte di fila (7 con il ritorno di Champions sul ghiaccio di Pilsen) non sembrano essere l’aspetto più preoccupante, nonostante un bilancio come questo non possa certo non saltare all’occhio di ogni tifoso, anche quello meno avvezzo alle statistiche. Ciò che preoccupa maggiormente, invece, è la mancanza di reazione di una squadra che sembra aver smarrito la serenità e le certezze che aveva costruito a inizio stagione. Ovvero le vittorie in campionato, la striscia positiva avviata fin dalla prima giornata, i capolavori di Champions, l’attacco devastante e la difesa di ferro, davanti a un Irving praticamente impenetrabile. Quel Bolzano, una macchina quasi perfetta, capace anche di divertire e regalare emozioni, ha grippato il motore e a oggi nessuno riesce a capire come metterci mano, ritrovando l’assetto migliore, per tornare a sfrecciare.

Il succo? La parola crisi, adesso, è una certezza. I Foxes sono spariti dalla scena. Sarà che a novembre per i biancorossi il ruolino di marcia (vedi la scorsa stagione) non è mai stato particolarmente esaltante, ma anche alla prima domenica di avvento, in dicembre, quella che ha inaugurato il durissimo calendario Ebel del mese di Natale (8 gare in 23 giorni) poco o nulla è cambiato. Alle prime difficoltà, i biancorossi vanno nel panico e non riescono più a ritrovarsi. Le avversarie di turno ringraziano, portano a casa il bottino di giornata e Bernard e compagni restano con il solito pugno di mosche in mano. La sfortuna conta poco: sono i numeri che certificano un momento delicatissimo.

Senza gioco, poche idee.

Dall’harakiri di venerdì contro il Fehervar alla sconfitta contro Linz, i biancorossi hanno evidenziato una fragilità mentale assai preoccupante. Alla “Keine Sorgen Eisarena” i biancorossi hanno regalato due gol, incassandone altrettanti con l’uomo in meno, dimostrando che la disciplina sul ghiaccio è tornata a essere un problema. I numeri, nudi e crudi, inchiodano senza appello la formazione di Suikkanen: nelle ultime 6 gare perse in campionato, i Foxes hanno rimediato 27 gol. Tanti, troppi, se si considera che le Volpi, nelle prime diciannove giornate del torneo, potevano sfoggiare una difesa di ferro, che aveva subito appena 34 reti (con una media di 1,78 per partita). Davanti a Irving la confusione è evidente, in avanti però le cose non vanno meglio. Di gol il Bolzano di coach Kai Suikkanen ne ha realizzati la miseria di otto nelle ultime cinque gare, solamente tre contro il Fehervar venerdí, prima che l’interruttore per i campioni Ebel si spegnesse incredibilmente, dopo due tempi assolutamente deficitari (per usare un eufemismo, sia ben chiaro). Bolzano non ha un gioco, fatica terribilmente in fase di costruzione e non riesce mai a dare un’impronta alla propria gara. Mancano le idee, quelle che Suikkanen non riesce a trasmettere alla sua truppa, che sul ghiaccio sembra avere smarrito la bussola.

L’analisi: con i plus/minus non si scappa.

Un dato è chiaro, drammaticamente chiaro: la statistica che valuta il rendimento di un giocatore mediante il conteggio della differenza tra reti fatte e subite dalla sua squadra durante la permanenza del giocatore stesso sul ghiaccio, non fa sconti. I più colpiti sono Petan (-4), Insam (-5) e soprattutto Miceli (-8). A parte il -5, l’attaccante della Nazionale però paga soprattutto lo scarso apporto dei suoi compagni di linea Crescenzi e Miceli. Il primo appare sempre più un pesce fuor d’acqua, incapace di costruire gioco, lento e macchinoso; Miceli, per parte sua, è lontanissimo parente del giocatore ammirato lo scorso anno. Da aggiungere poi il momento difficile del portiere Irving, non completamente esente da colpe in qualche circostanza, ma soprattutto abbandonato a sé stesso dai suoi compagni. Il portierone non è sereno e non sorride più, un’altra bella gatta da pelare.

Capitolo Suikkanen. Tra il tecnico e la sua truppa il rapport pare essersi raffreddato. Se sarà solo un’impressione (e quanto lo speriamo...), lo scopriremo questo venerdì. Al Palaonda arriva la cenerentola Villach, sempre più ultima in classifica. Il Bolzano avrà una sola missione, inutile nemmeno scrivere quale. Intanto, però la crisi è profonda. «Ne usciremo - ha spiegato Daniel Frank a “Hockey 33” - di questo ne sono certo».

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