Calcio Eccellenza

Toccoli: «Giochiamo spensierati, ecco il segreto»

La favola del Bozner: «Abbiamo il gruppo dei “vecchietti” che tira avanti la carretta e giovani di qualità»


di Claudia Maggini


BOLZANO. Umiltà, consapevolezza dei propri mezzi e dei propri limiti, piedi per terra. È con questi principi che il Bozner di mister Flavio Toccoli lavora ogni settimana, raggiungendo - ad oggi - risultati incredibili ed insperati. 14 partite sinora giocate, 12 vittorie e due sconfitte, 11 punti di vantaggio sulla terza: sono numeri spaventosi. Il “Lupo”, alla quinta stagione sulla panchina arancionera ci parla del piccolo miracolo che lui e i suoi giocatori stanno compiendo.

Mister, si aspettava di vedere la sua squadra in questa posizione al giro di boa e soprattutto, di trovarsi così a ridosso del Trento?

“Onestamente non ce lo aspettavamo, né io né la società, considerato che abbiamo apportato numerosi cambiamenti alla rosa rispetto allo scorso anno, inserendo dei ragazzi molto giovani che avevano la voglia e il desiderio di misurarsi con la categoria, e che dagli Allievi sono passati direttamente alla prima squadra. In estate, quindi, c’erano tanti punti interrogativi, avendo perso anche Jack (Degasperi ndr) che è un pezzo da novanta. Siamo contenti, ma sappiamo che al ritorno sarà tutta un’altra storia, dopo la lunga pausa inizia sempre un nuovo campionato, quindi restiamo coi piedi per terra.”

Sul cammino trionfale del Trento, si è inserito il Brixen di mister Sebastiani. È vero che un pareggio, dopo un intero girone di andata, è da considerarsi fisiologico. Inoltre la squadra di mister Manfioletti si ritrova per la terza stagione consecutiva a disputare la finale di Coppa Italia e deve dosare le proprie forze. Pensa che la capolista, apparsa molto nervosa domenica scorsa, mentalmente stia accusando il fatto di avere il vostro fiato sul collo?

“Loro sono pienamente consapevoli della propria forza, e non credo che vedano nel Bozner una potenziale minaccia per la vittoria del campionato. Vero è che hanno molte pressioni, che sono sulla bocca di tutti, mentre noi giochiamo più “spensierati”. Forse questo può essere un fattore che talvolta influenza le loro prestazioni.”

La sua squadra vince da otto turni consecutivi, nei quali ha messo ha segno 19 gol e ne ha subiti 6. L’ultima sconfitta risale al turno casalingo contro il Trento, appunto. Qual è il segreto di questa squadra, che da due anni si sta imponendo ai vertici del campionato di Eccellenza?

“Abbiamo il gruppo dei “vecchietti” che tira avanti la carretta, mi seguono nel lavoro che faccio, ho la sensazione costante di averli dalla mia parte e questo è di esempio per i nuovi arrivati. I risultati del campo ci stanno aiutando ad inserire con più facilità i giovani, perché quando non hai problemi di classifica e non hai la pressione di dover far risultato per forza, giochi con maggior tranquillità e senza eccessive pressioni. Questo però non deve farli sentire paghi ed “arrivati”… C’è ancora tanto da migliorare. Anche perché se caliamo la tensione e non giochiamo più sul filo del rasoio, diventiamo una squadra normale.”

È vero che il campionato è lungo e che c’è un intero girone di ritorno ancora da disputare, ma sembra che – a meno di clamorosi scivoloni – il Bozner sia destinato a giocare i play off. Come affrontereste un tale impegno e soprattutto crede che la società sarebbe pronta per un eventuale salto di categoria?

“Sappiamo quali sono i problemi che la serie D comporta, a partire dal campo, passando alle spese onerose che si devono sostenere per le trasferte, e per avere una rosa all’altezza. Insomma, sono tutti aspetti che vanno presi in considerazione. Al di là di questo, noi giocheremo sempre per vincere, e se dovessimo arrivare agli spareggi, li affronteremmo con la stessa voglia e determinazione di adesso”

Il suo staff: il vice Vason, il preparatore atletico, Marco Longafeld - che ci dicono abbia messo a punto un tipo di lavoro fisico piuttosto particolare per la squadra – collaborano con lei da diversi anni. È anche questo un punto di forza?

“Sicuramente. I ragazzi sbuffano perché in allenamento facciamo tanto, corriamo come dei matti, e di solito il calciatore soffre questo tipo di sforzo. Ma quando poi in campo si vedono i risultati del lavoro svolto, sentono che le loro fatiche sono state ripagate.”

Lei è ancora molto attivo sul campo e sappiamo che ogni tanto, assieme al suo vice, disputa le partitelle a fine allenamento. I suoi giocatori la temono ancora molto e la definiscono un “falegname”.

«Confermo pienamente (ride) uscite sul terreno di gioco sono rare, ma il temperamento che avevo da giocatore è rimasto. L’età non mi permette più certe cose, allora mi arrangio come posso… Nelle partitelle nessuno vuole mai perdere e utilizzo tutti i mezzi a mia disposizione, ovviamente senza far del male». !

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